CNN – Nerd Wars by Zeth Castle (Nerdcore Ita)

NERDCORE

Any form of music that is made by nerds, for nerds, or about nerdly things. Nerdcore can be made in any style of music, but most people identify it in either its pop-punk or hip-hop forms. Although many people think the term “nerdcore” was made up by MC Frontalot, it has in fact been in use by rock bands for many years prior to Frontalot’s use of the term.

Nerdcore should not be confused with bands that are simply stereotypically popular with nerds such as They Might Be Giants, DEVO, Ween, etc.

OVVERO

Musica generalmente fatta col culo, ma alle volte no. Quando no, ne escono piccoli capolavori nerd degni di nota e la rubrica CNN – Containerd Nerdcore NonPlusUltra è qui per suggerirveli. Che la base sia Pop, Funk, Punk, Rap, Rock, Techno sticazzi, l’importante è il soggetto.

 

Zeth Castle ft. Danno, DjMS – NERD WARS – (prod. Amon)

 

 

 

 

 

 

 


 

Disharmonica – Triss Merigold e altre poppe meno importanti

A cadenza regolare ci tocca ribadirlo, Helly von Valentine (in arte Disharmonica) è la nostra cosplayer preferita. L’abbiamo già vista nei panni di YoRHa No.2 Type B, vestita da Tamamo-no-Mae e in tante altre forme. Disharmonica torna in questi giorni con un cosplay di Triss Merigold pieno di apprezzatissime nudità.

Helly von Valentine (Disharmonica) – Triss Merigold

Disharmonica

Disharmonica Triss Merigold Helly Von Valentine

 

Visto che sprecare un articolo per un solo cosplay, anche se venuto bene, fa brutto, vediamo cosa ci riservano le spiagge in agosto!

 

Helly von Valentine (Disharmonica) – Summer Dream (Elfi da Spiaggia)

 

 

 

 

 

 

 


 

CNN – Tributo a Shigeru Miyamoto (Nerdcore Ita)

NERDCORE

Any form of music that is made by nerds, for nerds, or about nerdly things. Nerdcore can be made in any style of music, but most people identify it in either its pop-punk or hip-hop forms. Although many people think the term “nerdcore” was made up by MC Frontalot, it has in fact been in use by rock bands for many years prior to Frontalot’s use of the term.

Nerdcore should not be confused with bands that are simply stereotypically popular with nerds such as They Might Be Giants, DEVO, Ween, etc.

OVVERO

Musica generalmente fatta col culo, ma alle volte no. Quando no, ne escono piccoli capolavori nerd degni di nota e la rubrica CNN – Containerd Nerdcore NonPlusUltra è qui per suggerirveli. Che la base sia Pop, Funk, Punk, Rap, Rock, Techno sticazzi, l’importante è il soggetto.

 

SHIGERU MIYAMOTO TRIBUTE

 


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Auguri, Black Desert Online!

Black Desert Online ha da poco festeggiato il suo primo anno di vita Europeo ma già dal lontano 2014 è entrato a far parte dell’immaginario collettivo degli appassionati di MMORPG. Vuoi per la vastità del mondo di gioco, la cura al dettaglio profusa nella sua realizzazione, alcune idee azzeccate introdotte nelle meccaniche più classiche di questo genere, per svecchiarlo un po’. Vuoi anche per i costumi distruttibili. Tutte cose verissime e presenti in dosi massicce nel gioco, ma tutto ha una partenza. E quello che da sempre e da subito ha colpito di BDO è il suo incredibile editor dei personaggi (video con dettagli nel nostro articolo precedente)

Black Desert Online

Black Desert Online e i suoi personaggi ottimamente denud… caratterizzati!

 

Un editor con i controcazzi come quello proposto da Black Desert Online è stimolo per tutti quei modder che vogliono portare un po’ di freschezza al titolo originale. E come rinfrescarsi nelle calde giornate estive, se non togliendo qualche vestito di troppo? E quindi ecco arrivare la nuova NUDE MODE DI BDO!!!

 

Seguendo questo link troverete il lavoro del modder; si tratta ancora di un’opera acerba, ad ogni modo promettente. Navigando per il sito suggerito potrete comunque trovare altre interessanti modifiche, come quella poeticamente intitolata “Black Desert Nude Skins & 3D mods – Solid Vagina, Nipple

 

In occasione dell’E3 2017 Black Desert Online è stato annunciato anche per console, con esclusiva temporale per Xbox. Non si conoscono date d’uscita, orientamento al cross play, modalità esclusive o altri dettagli. L’unica cosa che si può sperare è che sia compatibile con eventuali MOD, in maniera un po’ più libera che Skyrim o Fallout.

 

 

 

 

 



 

Pion Kim, la meglio Mai Shiranui di sempre

Pion Kim, cosplayer Koreana, fa parecchio parlare di se in questo periodo. Un po’ per la qualità dei suoi travestimenti, un po’ perché evidentemente in corea non hanno un cazzo da fare se non accusare di razzismo chi si pitta la pelle per sembrare un messicano (come se di questi tempi fosse una cosa intelligente). Qualsiasi cosa si voglia dire su di lei è impossibile non notare un paio delle sue peculiarità che le rendono facili alcuni cosplay:

Pion Kim

Per approfondire l’argomento l’operosissima redazione di Containerd vi ripropone un’intervista a Pion Kim rubata di peso dalla rete e tradotta fedelmente.

Allora Pion, anche in Korea è come in Ticino che i cosplayer vengono trattati a merda e presi per il culo?

La scena cosplay coreana si è evoluta molto dal 2012, anno in cui fece la comparsa il primo gruppo di professionisti. Oggi il cosplay viene visto come una forma artistica rispettabile e sono pochi i colleghi che spariscono nel nulla senza che il governo fornisca spiegazioni. Giusto quelli più politicamente impegnati.

“Gruppo di professionisti”?  Voi ne avete? Noi qui a fatica raggiungiamo una manciata di dilettanti… Secondo te a cosa dovrebbero fare attenzione i cosplayer? Hai suggerimenti da dare dall’alto della tua quinta di reggiseno?

Credo che l’importante sia ispirare raccontando storie, il che significa dare al proprio personaggio un solido background e una storia emozionante, tentando di esprimere il tutto visivamente. Le tette in questo aiutano. Per esempio, se qualcuno vuole fare il cosplay di Biancaneve, potrebbe puntare ad uno shooting fotografico della scena della mela. E mischiarla con Adamo ed Eva. Magari anche Assassin’s Creed e tutto quel pippotto sulla mela dell’eden. Insomma, cross story a cazzo, l’importante è che la maggior parte dei protagonisti sia mezzo nudo.

 

Qui in Ticino i cosplayer spesso e volentieri si ritrovano a bere panachè, mangiando raclette e fondue e chiudendo il pasto con un buon caffè Chicco D’Oro. Qual’è il titpico snack che i cosplayer Koreani gustano dopo il lavoro? A parte il cane fritto, dico…

Non abbiamo un’alimentazione tipica. Birra e “pollo” vanno per la maggiore. Spesso e volentieri, dopo i servizi fotografici, ci si trova tutti insieme a scassarci di pollo e birra, Ad ogni modo i nutrienti più importanti li otteniamo dagli energy drinks. Ne abbiamo sempre con noi. Tengono alta la concentrazione e permettono di mantenere sode le parti più importanti dei vari costumi.

Sappiamo che sei stata al “World Cosplay Summit” come rappresentante della Korea; che ricordi hai dell’esperienza?

E’ stato bello incontrare persone provenienti da ogni parte del globo. Un po’ meno tentare di allontanare le loro mani dalle mie parti intime. Al World Cosplay Summit erano presenti tantissime culture e lingue differenti ed è incredibile come una cosa possa accomunare persone tanto differenti culturalmente. Anzi due. Meglio se dalla quarta in su.

Preferisci fare cosplay da sola o in gangbang?

Dipende dalle situazioni. Con il cosplay di Harley Quinn ho preferito il gruppo; non mi si vedevano le tette quindi ho preferito avere intorno gente brutta che sfigurasse di fianco a me. Con il cosplay di Sombra non è servito, mi è bastato pitturare la faccia color “messicano” e la rete è esplosa, dandomi tanta notorietà. Dipende quindi tutto dal personaggio che si intende interpretare.

Da quanto pratichi la nobile arte del cosplay?

Luglio 2012. Ero uscita a comprare feti per i ravioli al vapore della nonna e, com’è come non è, sono finita per tornare a casa vestita Kim Jong Hu sexy. E’ stato il mio primo cosplay.

E qual’è il cosplay che secondo te ti è uscito meglio?

Sombra da Overwatch è venuto benino. Per farlo mi sono rasata la testa e ho donato i miei capelli ai più bisognosi, facendo parlare di me per tutta la rete. Poi la cosa del razzismo perché sono diventata marroncina. Ci ho fatto anche un video, con quel cosplay. E’ stato come vincere la lotteria, le ho beccate tutte una dietro l’altra, per diventare una meteora del web. Mi ha dato tanta notorietà e non ho nemmeno dovuto uscirle.

E quello che ti è uscito più a cazzo?

Senza dubbio Gunner dal gioco Dive. Cioè, un gioco cinese rilasciato da una compagnia coreana. Già si intuisce quanto possa far schifo. Avevo visto un’illustrazione dal nome “Miss Fortune” e mi ero montata la testa. Poi è uscito il gioco ed era una copia spudorata di LOL e WOW. Mi gira il culo aver prestato gratuitamente la mia immagine per un gioco clone di altri, senza originalità o inventiva. Nel senso, almeno mi avessero pagata…

Quando non sei impegnata a stropicciarti i seni riesci a prestare attenzione anche ai tuoi colleghi? C’è qualcuno che ammiri o almeno sopporti?

Parlando sinceramente, no. Ammiro gli illustratori ai quali mi ispiro per i miei cosplay e tento di fare il meglio per riprodurre i loro lavori. Lea altre non ce la fanno. Non mi stanno dietro.

Se ti dico Svizzera, cosa ti viene in mente?

Guarda, direi solo ovvietà. Preferisco parlare per voce di un mio caro amico:

Gazzosa al mandarino o Rivella?

WTF?

Berra o Vodka?

Birra, ma perché queste domande. Vorrai mica capire dove sciogliere la droga dello stupro?

Che paese ti piacerebbe visitare e perché?

In Svizzera non ci sono mai stata e un giro al FoxTown lo farei volentieri. Successivamente il messico; dallo scandalo i messicani mi sono stati tanto vicini. Hanno fatto muro contro le critiche hahaha

Cosa non bisogna MAI fare come cosplayer?

Mai sembrare una cosplayer zozzetta. Ci vuole sempre dignità, no ai cosplay dozzinali.

Patatine fritte: maionese o ketchup?

Mayo, nonostante quanto dica Tarantino attraverso Vincent Vega

Perchè One Piece è meglio di Naruto? 

Domanda inutile da fare ad una cosplayer come me…

Sei su un’isola deserta con una bella casa, ottime condizioni meteo, spiaggia, connessione internet, elettricità, acqua e cibo a volontà. Tutto pagato dallo stato e dai lavoratori. Nomina tre cose che vorresti con te.

Computer, scatola dei trucchi e il mio fidanzato.

Qual’è il luogo comune più ignorante legato al tuo paese di mangiacani transgender? Per dire, noi Svizzeri abbiamo ‘sta cosa dell’oro dei nazisti ma ce ne siamo fatti una ragione…

Da noi si sente molto l’odio fra i generi. Non tutti sono così, i ricchioni per esempio sono molto tranquilli. Ma tante persone odiano e insultano il sesso opposto. La motivazione è da ricercare nel profondo della nostra cultura e la situazione attuale giustifica tutte le operazioni di cambio sesso che da noi vanno per la maggiore. Ognuno ha il diritto di sentirsi, essere o diventare quello che si sente.

C’è qualcosa di più che vuoi dichiarare al pubblico Svizzero che ti segue?

Ringrazio tutti per aver letto questa intervista “molto divertente” e la redazione di Containerd per avermi invitata qui (a spese mie, non rimborsata). Mi auguro di poter essere d’ispirazione per ogni ragazza ticinese che vuole darsi al cosplay, credeteci ed impegnatevi in quella direzione, non importa se avrà ripercussioni sul vostro lavoro e sulla vostra vita privata. Niente da più soddisfazione che impersonare il proprio personaggio preferito. A patto che non sia Saddam o Bin Laden, in quel caso attenzione.

 

 

 

 

 


 

Di Arcade FPS, per chi si ricorda il genere

 

Sono cambiati gli equilibri. Ormai lontani i tempi in cui il day one di lancio di una nuova console arrivava dopo mesi di preparazione spirituale ed economica e tu eri una figura mitologica più evoluta di quello che oggi chiamano tristemente “early adopter”, eri quello che la console l’aveva presa di “importazione parallela”, l’avevi fatta arrivare dal giappone. Ed oltre ad averci speso 6 mesi di stipendio ti saresti sobbarcato tutte le beghe da lì in avanti che giocatelo, per esempio, ShenMue in giapponese. O facevi così o ti toccava adeguarti ad un mercato europeo ancora acerbo e aspettare mesi per l’arrivo ufficiale, sempre che qualcuno si fosse degnato di importarla, la console specifica. Mica come oggi che PS4 è uscita prima da noi che in giappone.

Occidentali primi ad utilizzare i fantastici servizi PS4! Giappone puppaci la fava! Darckobra uno di noi!

E com’era la vita del precursore dei tempi? Dava le sue piccole gioie, dispensava dolorosissime inculate. Torniamo un attimo al Dreamcast, avendo appena accennato alla personale esperienza giapponese legata a ShenMue; una console che accompagnò il più grande passaggio generazionale, che introdusse idee e progetti ancora oggi vivi nei nostri sistemi casalinghi, che segnò contemporaneamente apice e declino di Sega. Per chi ha vissuto il periodo, la miglior console di sempre. Ma anche ‘sticazzi, se volete le emozioni di quei mesi leggetevi Mattia Ravanelli e provate a carpirne le sensazioni e il background, tutto il mio preambolo porterà a parlare di tette e culi, non è proprio il luogo questo per fare dell’amarcord.

Ah, quanti capolavori ci ha regalato il Dreamcast! Per non parlare dell’ingegnoso PAD e delle fiacche che i grilletti provocavano…

Dunque Dreamcast tanta roba, vanta una libreria di tutto rispetto, vengono pubblicati ancora oggi giochi da parte di produttori indipendenti. Ma al lancio? Nei primi mesi di vita non è che ci fosse tanto da gioire, con Sonic e Power Stone a reggere da soli la brama ludica di chi voleva spremere ogni BIT dalla sua nuova console. Una situazione che avrebbe spinto anche i più stoici a commettere errori di cui pentirsi a vita, tipo acquistare Godzilla o peggio, Blue Stinger. Import giapponesi. Col senno di poi soldi che se investiti nella tratta di prostitute rumene, avrebbero garantito un futuro roseo. Invece no, Godzilla e Blue Stinger.

Dopo essere caduto nel baratro più profondo della giocabilità brutta appare dunque come un miraggio l’arrivo di un’esclusiva dal titolo pomposo, di un porting “arcade perfect” legato ad uno dei marchi famosi di Sega. Neanche da dubitare sull’acquisto a scatola chiusa, fanculo le recensioni! Preordine immediato che lo vuoi a casa subito, il giorno stesso del lancio in giappone. Già ti tremano le mani e non vedi l’ora di sparare in testa alle orde di Zombie che ti si pareranno davanti!

Ma no fessacchiotti! Ovvio che non si parla di ZombieU… Su Dreamcast cacate di questo genere non sarebbero mai arrivate XD

THE HOUSE OF THE DEAD 2

Non farti abbindolare dal titolo in grassetto, questo articolo non fa parte della rinomata sezione Containerd dal titolo “effetto seppia“; siamo ancora nella prefazione, la recensione vera arriverà fra un attimo. Bello House of the Dead; gioco intrigante, discretamente realizzato, divertente. Sega ci ha abituato a cose del genere, in fondo era maestra nel realizzare cabinati mangiasoldi e di esperienza da Virtua Cop in avanti ne aveva guadagnata un po’. Non un titolo perfetto, sicuramente un’altra categoria rispetto alle cacate citate prima. MA! Allo sprovveduto te stesso del 1999 lasciava comunque quella spiacevole sensazione di emorroide esplosa. Forse perché pareva bello se paragonato a Godzilla ma a conti fatti era anche per i tempi un titolo mediocre. Tipo un 7 se credi nelle recensioni a voti, probabilmente un 95 sul numero di Consolemania di quei tempi. Magari perché per giocarlo per bene ti sei comprato il “BUNDURU” con la pistola. Più probabilmente perché 220.000 lire (di quando c’erano le milalire) per un’ora di gioco, erano un po’ troppine. Eppure puoi biasimare solo te stesso, che è dai tempi del Commodore 64 e di Operation Wolf che giochi con gli Arcade FPS. Ti sei comprato Sunset Riders convertito male per Snes. Hai speso dei bei soldi nei cabinati di Time Crisis e Virtua Cop. Sei pure a conoscenza del fatto che la vera killer application di 3DO e CD-i fu il porting fedele di Mad Dog McCree.

Come dicevo in apertura, sono cambiati gli equilibri. Il Giappone, in campo videoludico, sembra aver perso la rotta, complice anche la concorrenza mondiale (basta vedere cosa ti riesce a fare un manipolo di Polacchi, per dire). Le sale giochi, almeno da noi, sono ridotte ad oscuri ritrovi di vecchi che si vanno a giocare la pensione alle macchinette, in cerca del colpo facile che permetta di guadagnare abbastanza per assoldare un killer e fare fuori la moglie. I giochi indie spesso tengono banco e un nuovo mercato, quello dei giochi di merda per tablet e smartphone, ha cambiato alcune regole. Alcuni generi muoiono, altri nascono.

Se è vero che ho appena citato una serie di titoli che vanno dall’orrido al mediocre (tranne Sunset Riders, capolavoro), è comunque anche vero che sono esponenti di un genere che ci ha regalato alcuni momenti divertenti. Con tutti i sui limiti era comunque qualcosa su cui potevi contare per variare l’esperienza fra un picchiaduro, un RPG e… un altro picchiaduro. Erano titoli da sala che andavano bene per quell’ambiente e meno per quello casalingo, ma alle softco costava nulla fare delle conversioni. Abbiamo perso un genere e quanto di buono ci ha regalato, ma c’è ancora qualcuno che un po’ ci crede, che vuole scommettere in quella direzione e aggiungere elementi intriganti per attrarre i giocatori. Ed ora, la recensione…

 

Gal*Gun: Double Peace

 

Hahahahaha! La vedo la tua faccia, ora! Hai letto l’introduzione che, per quanto scritta malamente, potrebbe averti portato a pensare ad un approfondimento sulla situazione attuale del mercato, sul destino di alcuni generi videoludici, sul futuro visto da chi ti può citare le esperienze di quarant’anni da videogiocatore. E invece no! Tutto per parlare di un gioco di donnine mezze nude!

Gal*Gun: Double Peace è pieno esponente del genere Arcade FPS (o sparatutto su binari) senza l’enfasi del successo da sala giochi o un grande produttore alle spalle. Quindi punta tutto sugli elementi di forza distintivi. Tipo Giocabilità e Originalità, doti abilmente nascoste fra tette, culi e intimo femminile. La storia è una delle più banali, tipica dei Dating Sim giapponesi; impersonando il tipico studente giapponese verremo travolti dagli eventi durante gli esami di un angelo e un demone che, putacaso, si svolgono proprio all’interno della nostra scuola. Storia lunga fatta breve, improvvisamente tutte le ragazze dell’istituto tenteranno di abusare di noi e l’unico modo che avremo per avanzare nella nostra missione e trovare il vero amore passerà per l’elargizione di “euforia” a tutte le zoccolette che ci si pareranno davanti.

Arcade FPS

A piombarci addosso saranno diversi tipi di ragazze, attratte dalle nostre caratteristiche; per questo motivo ad inizio avventura dovremo prestare molta attenzione all’orientamento che decideremo di dare al protagonista della storia, a scelta fra “acculturato” e “assiduo lettore di Containerd” (con tutte le sfumature che si possono trovare nel centro). Per fermarle dovremo utilizzare il mirino a schermo per imbottirle di feromoni, sparando su di loro a casaccio, colpendole nei “punti deboli” oppure utilizzando mosse speciali ad alto potenziale di perversione.

Il gioco si comporta come i più classici di genere, indirizzando il nostro alter ego su una via prestabilita e lasciando a noi giocatori unicamente il compito di mirare e sparare. Con qualche piccola aggiunta. Utilizzando l’utile modalità zoom sarà infatti possibile vedere attraverso alcune infrastrutture, alla ricerca di collezionabili o altro. In realtà la cosa più importante di questa abilità è la possibilità di scandagliare le misure di tutte le ragazze, come di godere del loro intimo in trasparenza fra i vestiti indossati. Se non è qualità questa!

Di tanto in tanto ci verrà data la possibilità di scegliere quale strada prendere, come anche di chi innamorarci da un certo punto del gioco in avanti. Sebbene portare a termine la storia principale sia un’operazione alquanto veloce e semplice, grazie agli elementi appena descritti viene garantita un’altissima rigiocabilità.

Gal*Gun: Double Peace è insomma un buon Arcade FPS che ci regala dal primo secondo di gioco quello che promette; divertimento, perversione e svago. E giocarlo e rigiocarlo è divertente quanto portare a termine un “House of the Dead” qualsiasi, solo che piuttosto che puntare al massimo del punteggio qui si mira a godere di tutte le scene di intermezzo e le reazioni differenti che le studentesse avranno verso di noi. Concludendo, evviva il fan service quando serve a mantenere in vita un genere morente, facendolo in modo più che discreto. Ovviamente scrivo oggi di questo gioco solo perché è in offerta fino a fine mese su PS Store. Col senno di poi avrebbe meritato da prima tutte le mie sporcellose attenzioni.

 

 

 

 

 

 

ATTENZIONE! Esiste anche la limited edition con tanto di mutandine!

 

 

Agony, la nuova invasione polacca

Agony è stato annunciato in sordina prima dell’apertura dell’E3 2016 per poi piombare nel limbo, nonostante demo uscite verso la fine dell’anno scorso e qualche video rilasciato fino ad oggi. Nonostante questo già dalla presentazione si notavano le potenzialità di un gioco che farà molto parlare di se, a partire dal team di sviluppo; i polacchi di Madmind hanno alle loro spalle, fra gli altri, Witcher 3 e se già questa non è una garanzia di qualità…

Prima di scrivere due righe sul gioco date un’occhiata a questo video riassuntivo di quanto visto fino ad oggi su Agony:

Come anima dannata inviata a marcire all’inferno per via delle nostre colpe terrene (tipo perseverare nel scrivere articoli per un blog di questo tipo) ci troveremo a vagare per i diversi gironi, scoprendo con nostro stupore di avere più abilità di quelle che ricordavamo nella vita precedente; data la nuova consapevolezza ci illuderemo di poter fuggire dall’inferno e da qui partirà la nostra avventura fatta di possessioni, smembramenti, agonia, demoni nudi e sesso con succubi dalle forme generose. In uscita nel 2017 per PS4, Xbox One e PC promette di rinverdire i fasti di quel capolavoro che fu Dante’s Inferno (che condivide con Agony giusto l’argomento, anche se sono fermamente convinto che fu un giocone della Madonna della passata generazione.), tutto in salsa Unreal4 che male non fa.

Agony

2017 anno di bruciare all’inferno!

HEI MA… abbiamo appena nominato succubi e Witcher 3 nello stesso articolo? Quasi come se, per tutta casualità, fossero disponibili foto di cosplayer mezze nude che ricalcano l’argomento?

Elena Samko la cosplayer, la trovate su DeviantArt, Facebook, Instagram e chissà su quanti altri social. E sempre in tema di cosplay di Witcher 3, guardate in coda alla fantastica recensione di Skyrim di qualche mese fa.

E se vi gira qui potete dare un’occhiada ad una degna figure in tema succubi: Cover Gal Designed by Mogudan – Sailor Succubus Sapphire

 

 

 

 

 

 


 

Shooting Star – Black Russian Cosplay

Quasi un anno fa Containerd annunciò l’imminente uscita di un nuovo set fotografico della cosplayer Saku – Shooting Star, Black Russian – Il tema ricorrente è sempre quello di Dead or Alive, trattato con dovizia di particolari, come andremo ora a vedere:

Shooting Star (Saku) – Black Russian

Shooting Star

Potete scaricare la galleria completa da 135 immagini (jpg – 99MB) dal seguente link:

[Shooting Star’s (Saku)] Black Russian – download

 

Già che siamo in tema di importanti forme dal prorompente effetto 3D e pure abbiamo toccato l’argomento Dead or Alive, entriamo nel dettaglio dei progetti di Tecmo/Koei per il futuro prossimo venturo. I precursori del soft porno da console sono pronti a fiondarsi pesantemente nel mercato VR grazie al cabinato da sala giochi VR Sense!

Il cabinato è compatibile con Playstation VR, HTC Vive o Oculus e permetterà di “sentire” i giochi giocati, grazie ad effetti quali pioggia, variazione di temperatura, odori o sfioramenti che rasentano la molestia. In campo VR e immersività si sono visti prodotti decisamente più esaltanti, ma una cosa positiva questo progetto la porta; la serie di titoli compatibili che a breve Tecmo Koei lancerà sul mercato:

Una serie di giochi brutti che presto arriveranno anche per Playstation VR, giusto per dire che il progetto Sony sulla realtà virtuale non è proprio morto, è solo in attesa di una cura (che decisamente non arriverà da Tecmo).

 

 

 

 

 


 

Retrorompicoglioni United!

Il retrorompicoglioni, che bel personaggino! Dai sì quello che si stava meglio quando si stava peggio, che i pixel sono anni luce avanti ai poligoni, che le textures slavate avevano più fascino di quelle fredde e impersonali in HD, che il bianco e nero nelle console portatili non si può paragonare alle sensazioni vuote che ti da una Switch. Lo stesso che ti parla dell’arte e della poesia che si respirano dai videogiochi vintage e poi te lo trovi a rigiocarsi Altered Beast che più dell’omosessualità non trasuda!

Che piaccia o meno ai giocatori moderni e più sgamati noi retrorompicoglioni (e sì, nel gruppo mi ci metto anch’io! Viva quella frociata furry coi palestrati che si trasformano!) ormai siamo una nutrita schiera e occupiamo un intero settore di mercato, ottenendo sempre più attenzione da produttori e software house. Se negli ultimi anni abbiamo vissuto degnamente il nostro status e magari goduto di piccole perle di nicchia come il Neo Geo X Gold Limited Edition oppure ci siamo reinventati smanettoni fai da te grazie a Raspberry Pi, lo abbiamo fatto lontano dai riflettori e dall’interesse della grande massa.

Retrorompicoglioni

Tutti a parlare di Zootropolis, ma il feticismo furry è nato con Altered Beast!

E a dirla tutta nemmeno Atari con la sua serie di console Flashback è riuscita a fare gran scalpore, giusto per citare qualcuno che ha fatto prima, ma male, quello che hanno fatto gli Dei del “It Prints Money”

Retrorompicoglioni

Atari, Atari…. ormai non servono più questi mezzucci per spingere un marchio!!!

Per uno scossone serio ad un mercato iperattivo ma troppo frammentato ci è voluta Nintendo e tutta la sua abilità nel marketing e nel placement; così ecco arrivare a Novembre 2016 il regalo di Natale perfetto per TUTTI! Nintendo Classic Mini è realtà e registra un tutto esaurito da record, come lo sono i suoi numeri di vendita ad oggi (per il tipo di prodotto). Si apre un mondo, ogni protagonista del mercato videoludico degli ultimi anni tenta di monetizzare al meglio sfruttando i retrorompicoglioni e l’entusiasmo che hanno mostrato per un progetto così semplice. Così arriviamo ai giorni nostri e a qualche bel prodottino che ultimamente fa parlare di se…

 

NINTENDO CLASSIC MINI SNES

Periodo caldo per Nintendo; dopo aver sbancato l’E3 2017 ecco arrivare l’annuncio di una nuova console in produzione. Hei, un momento, non è una nuova console! Si tratta di una nuova vecchia console, un Super Nintendo Mini pronto a bissare il successo del NES Mini appena nominato. Quindi in settimana arriva l’annuncio e tutti i siti di news ne newsano, poi aprono i preordini su Amazon, poi i preordini su Amazon chiudono per esaurimento scorte, poi le scorte tornano, poi finiscono di nuovo. Il 29 Settembre esce questa piccola perla ed è già da oggi introvabile, 21 giochi, due pad, cavo HDMI per compatibilità con l’HD e in pochi godranno di tutto questo ben di Dio. Non resta che sperare di aver più culo nell’acquisto del N64 Mini o del Gamecube Mini.

21 giochi e non c’è Parodius con le donnine? Hahaha scaffale!

 

SEGA MEGADRIVE MINI

Sega sceglie una strategia diversa da Nintendo e si limita ad assegnare le sue licenze a produttori Hardware esterni, come fatto in passato. Così, nel marasma di cloni del Megadrive già esistenti, arriva l’ennesima miniconsole, questa volta davvero interessante, almeno sulla carta. Ben 85 giochi precaricati su una console con slot per la lettura delle cartucce originali, due pad inclusi, HDMI e tutti i cazzi. Ora servirebbe solo un valido slogan pubblicitario e la console si venderebbe da sola…

Ma come mai Sega lascia in mano a terze parti questa miniera d’oro, piuttosto che sfruttare il momento?

SEGA FOREVER

Presto detto! Ecco l’idea geniale di Sega; free to play su tutta la loro libreria! Con Sega Forever si potranno giocare su Android o iOS i titoli più importanti prodotti dalla casa di Sonic e per giunta gratis! Poi devi pagare un obolo se vuoi i salvataggi, se vuoi saltare le pubblicità o altre cazzatelle simili, ma son dettagli… Un po’ meno “dettagli” i problemi tecnici dietro l’emulazione dei titoli più altri incidenti di percorso più o meno importanti. In più “Sega Forever” è … niente! Da come viene presentato il progetto si potrebbe pensare ad una App contenitore tramite la quale ottenere i titoli ed avere una collezione ordinata e sotto controllo. Invece ogni nuovo titolo va scaricato singolarmente, intasandovi il device di retro spazzatura Sega.

ATARIBOX

Cosa sia nessuno lo sa, conosciamo solo il teaser mostrato all’E3 di quest’anno. Tanto è bastato per ricominciare a parlare di Atari e del suo ritorno nel mondo delle console. E non per il lancio a settembre dell’Atari Flashback 8 Gold. Che sia una console espandibile stile mini PC, un antagonista diretto di Sony e Microsoft, qualcosa di completamente nuovo… qualsiasi cosa sia speriamo non si siano dimenticati come si producono i Pad ergonomici e comodi da utilizzare, tipo quello della loro ultima console.

 

 

 

 

 

 

 

Se poi volete fare i veri retrorompicoglioni, compratevi un Retron5 e vivete felici