Ultra Mini

È assodato. Da quando Nintendo ha fatto il botto inaugurando la moda delle mini-console, come vi ho già detto un po’ di tempo fa, tutti noi retrorompicoglioni attendiamo fiduciosi l’ultimo quarto dell’anno, speranzosi nel lancio di una nuova vecchia console. Nel 2017 ci è arrivato in regalo lo Snes Mini mentre il 2018 potrebbe essere l’anno dell’ULTRA 64!!!

Agli albori la stampa lo presentava come ULTRA 64, pubblicando le foto della tech demo appena mostrata e facendoci sognare. Purtroppo Sony era già arrivata a cambiare gli equilibri e per Nintendo inizio la “dark age”, dalla quale riuscì a riemergere solo anni dopo. Oggi tutti possono godere della loro nicchia di mercato, che sicuramente offre ampio spazio anche ad un ipotetico Ultra Mini!

Ultra Mini

Questa la foto rubata che indicherebbe l’esistenza di un Nintendo 64 Mini

Vedremo con che giochi verrà proposto l’ultra mini, visto che la maggior parte dei titoli di punta era proprietà RARE e oggi sono troppo impegnati a creare frociate per Microsoft, quando basterebbe un degno seguito di Conker per farmi comprare una Xbox… ma quello è un altro discorso!

Zelda, Mario, F-Zero e magari Wave Race, questi ce li possiamo anche aspettare.  I fanboy che hanno già generato dei render della confezione ne sembrano particolarmente convinti….

Ultra Mini

I fanboy, cosa sarebbe il mondo senza di loro?

Poi cosa? Veramente il Nintendo 64 ci ha offerto solo i classici basilari di Nintendo? Mancherebbe giusto Pokemon Stadium, in attesa che Nintendo venga assorbita da Disney e ci vengano propinate cose del genere:

[Ry-Spirit] Disney’s Pokemon

RY-SPIRIT ONLINE

     
    

 

Guardando la lista titoli presenti nel Nintendo Classic: Mini e nel SNES Classic: Mini non è difficile immaginare che la linea guida per la scelta dei giochi dell’Ultra Mini sarà la stessa. Su Nintendo 64 vide però la luce anche un capolavoro dimenticato, degno di comparire nella rubrica di Containerd “Effetto Seppia“, ideata per parlarvi di vecchie glorie ai più totalmente sconosciute.

FIGHTER DESTINY (magari ci fosse su “Ultra Mini”…)

 

Oggi tutti a parlare di Soul Calibur VI… senza sapere cosa vi siete persi!

Prendete Soul Calibur con le sue poppe enormi e i suoi tagli alla faccia con armi affilatissime, Dead or Alive con le sue poppe enormi e gli schiaffi potenziati che ti fanno fare il tour della Cina sfondando livelli su livelli, Injustice con le sue tuttosommato oneste poppe e i suoi super personaggi super importanti super conosciuti che combattono solo con super mosse. Prendete anche Street Fighter con le sue poppe cel-shadate o qualsiasi picchiaduro 2D degli utlimi anni, con le sue enormi poppe pixelate. Fatto?

I moderni Picchiaduro Riassunti in immagini (trovate l’intrusa!)

Ora che avete preso tutti gli ultimi beat-em up che trionfano nelle classifiche, fieri di aver ridato lustro ad un genere morente…. buttateli nel cesso e dimenticatene tutte le meccaniche! Fighters Destiny è stato ed è tutt’oggi qualcosa di inarrivabile, meritevole di aver portato una ventata di originalità in un mercato saturo di cose già viste.

Combattimenti al meglio dei tre scontri? No, grazie! In Fighters Destiny dovevi ottenere 7 punti per vincere  ed eri valutato in base alla qualità e complessità delle esecuzioni. Fuori il malcapitato dal ring ? Troppo facile, un punto e vedi di fare meglio! Ok, atterrato con una mossa di sottomissione! Dai cazzo, tipo Khabib contro McGregor, non è mica semplice!!! Due punti e via andare… Va bene, capito l’antifona, ti massacro di botte fino a quando non esaurisci tutta l’energia. Già meglio, tre punticini portati a casa. Se poi eri così bravo da finire l’avversario con una super dalla combinazione di comandi improponibile, solo a quel punto potevi godere del massimo riconoscimento. Quattro punti vittoria! A latere altre due possibilità di guadagnare punti: un punto se il tempo finisce e il giudice deve intervenire per stabilire il vincitore (quello con più punti vita, in questo caso), tre punti se riuscite ad abbattere qualcuno con una counter.

Questa la base degli scontri uno contro uno, già a dimostrare la complessità e profondità di un titolo unico nel suo genere.  L’originalità si respira anche dalla scelta dei personaggi e dalla corposa lista di modalità disponibili. Partendo dal primo punto, nove combattenti, provenienti da ogni parte del mondo (come il buon Street Fighter II ci insegnava, nella sua schermata di viaggio aereo), ognuno con mosse distintive (tanto che potevano variare anche gli attacchi base, da un giocatore all’altro). Cinque personaggi segreti, uno più assurdo dell’altro e uno più complesso dell’altro da ottenere. Menzione speciale per Ushi, la mucca combattente proveniente da Hong Kong, degna del mitico Kung Pow!!!

Sì, conosco anche Kung Pow. Sono un uomo di gran cultura.

Chiaramente quanto appena esposto posizionerebbe Fighters Destiny nel regno dell’assurdo e del non-sense e i programmatori ne erano chiaramente consapevoli e fieri. Pur godendo il gioco di una degna realizzazione per l’epoca, non si è mai voluto imporre come stacazzodisimulazione, non voleva competere con Virtua Fighter, per dire.Le parole chiavi erano originalità e divertimento, anche nella rappresentazione cartoon e spensierata dei personaggi.

Meno spensierata la scelta delle modalità aggiuntive, dal classico versus, che di classico aveva poco. Sconfiggere un vostro amico infatti coincideva con la possibilità di rubare al suo personaggio delle mosse eseguibili. La Master Challenge dove invece le mosse venivano apprese, sempre a patto di non venir sconfitti da Joker e quindi perdere tutto quanto guadagnato fino a quel momento. Un survival con le impostazioni ad un punto vittoria e cento combattenti da battere, un rodeo che altro non è che un endurance contro Ushi la mucca ed in fine la modalità fastest, un time attack contro 4 personaggi, da battere nel minor tempo possibile.

Il Nintendo 64 è stata una console atipica per molti motivi; una Nintendo persa nel vuoto per la collaborazione saltata con Sony, una concorrenza spietata, un mercato in piena trasformazione. Si era appena chiusa l’era 16BIT con i suoi miliardi di conversioni di picchiaduro arrivate dopo il successo planetario di Street Fighter II, complice anche SNK e la sua consapevolezza che convertire per Super NES voleva vendere. Era alle porte il periodo dove la maggior parte dei produttori avrebbe deciso di abbracciare le politiche più amichevoli di Sony e cavalcare l’onda del successo, lasciando gli affezionati Nintendo a giocare con titoli first-party e pochissime esclusive. Sicuramente pochi, pochi beat-em up, se confrontati con la generazione precedente.

Genki propose questa esclusiva regalando ai pochissimi che lo giocarono un’esperienza indimenticabile e creando un cult che resterà negli annali e che meriterebbe un ritorno in grande stile sulle console attuali.

 

 

 

 

 


 
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