Musou

Potrei fingere di non saperlo, come se le statistiche del blog non le consultassi ossessivamente. Potrei quindi introdurre l’articolo citando la miriade di lettori che ogni giorno approdano su questi lidi e dipingerli come i più eterogenei navigatori della rete.

Potrei, sostanzialmente, prendervi per il culo. Oppure, scelta più deontologica, ammettere che il blog se dice culo lo leggono tre stronzi compreso il sottoscritto, con i quali molto probabilmente condivido gusti e passioni.

Pertanto se a questa sparuta schiera di malcacati dovessi, di punto in bianco, parlare dell’insana abitudine americana di produrre remake cinematografici di grandi successi esteri, mieterei semplici consensi.

Ju-On (diventato The Grudge), Ring, [REC] (diventato Quarantine), Låt den rätte komma in (Let the Right One In)… pure quel cazzo di capolavoro di OldBoy ha subito lo stesso trattamento remakevole, arrivando a stravolgere il concetto intero della triolgia della vendetta.

Capolavori, appunto, resi merda mainstream dai ‘murricani.

Musou

Americani, se proprio state in fissa con i reboot, almeno aggiungete un po’ di pepe!

Ma questo malcostume è circoscrivibile esclusivamente ad un media e un popolo? Può questa cattiva abitudine serpeggiare fra di noi in forme differenti?

Musou

Chissà se vi ho mia ammorbato la minchia tentando di farvi passare il concetto di quanto fossero belli ed emozionanti gli anni ’80 e ’90, videoludicamente parlando… quando agli albori del media i programmatori potevano e dovevano sperimentare ed era possibile assistere alla nascita di nuovi generi. Che so, per esempio gli hack and slash.

Giochi di picchiarsi forte a suon di oggetti contundenti, con lo scopo di avere la meglio su un nutrito gruppo di nemici.

Ma il nuovo millennio si avvicina prepotentemente e vent’anni passati fra pixel, sale giochi e verginità stanno per essere spazzati via dai poligoni, potenti console casalinghe e… verginità!

Così nel 2000 ti arrivano i giapponesi tutti impettiti sfoggiando il loro Shin: Sangoku musō (ovvero quella ciofeca di Dynasty Warriors 2), millantando l’invenzione di un nuovo genere e quindi dovendo attribuirgli una denominazione tutta loro. I videogiochi Musou, appunto.

Poi tu vaglielo a dire che sono solo degli hack and slash rivisitati e non basta vestire i protagonisti da ‘stocazzoGiappoCinese e metterci un po’ di storia antica raffazzonata per essersi inventati un genere. Ma a loro andava bene così, volevano una cosa tutta loro come gli americani godono a fingere di aver girato capolavori cinematografici quando sono solo furti di ottime pellicole estere.

Senran Kagura

Ad Agosto 2018 vi parlai di Peach Ball: Senran Kagura, promettendovi una recensione doppia di Senran Kagura: Estival Versus e di Senran Kagura: Peach Beach Splash. Ecco spiegata la perfetta e ragionata introduzione che ci ha accompagnati in un viaggio magico fra cinema, videogiochi e Musou, genere al quale Senran Kagura originariamente appartiene (poi è sempre vero che le tette rimbalzanti e le ninja nude si possono prestare a mille variazioni sul tema, come i flipper e i giochi di pistole ad acqua).

Se prendiamo quindi per vero il teorema che vede il genere Musou speculare al più anziano hack and slash non ci resta che capire cosa accomuna Senran Kagura a titoli di spicco come Dynasty Warriors. Per fare questo dobbiamo fare un piccolo salto nel passato, quando Koei regnava incontrastata;  l’invasione del mercato grazie ai loro titoli di punta, ai loro spin-off e ai giochi su licenza come quelli dedicati a Zelda, Berserk e Ken il Guerriero stava avvenendo indisturbata, d’altronde erano gli “inventori” di un genere nuovecchio!

Musou

Poi ti arriva Marvelous! Games e si ritaglia una corposa fetta di mercato grazie all’intuizione di introdurre sedicenti combattenti e antagoniste nelle meccaniche di gioco che, fino ad allora, avevano visto nerboruti samurai prendersi a Katanate in culo.

Improvvisamente l’antico giappone e i suoi trascorsi perdono smalto e appeal nei confronti dei giocatori in favore della storia romanzata di un manipolo di giovani Ninja scolarette al limite del JailBait; con un potenziale fanservice al limite della censura per Marvelous! il risultato sarebbe di per se già ottenuto, grazie all’attenzione dedicata alla realizzazione dei modelli poligonali dell’enorme squadra di protagoniste o il dettaglio delle sequenze di trasformazione che vede potenti pergamene sbucare da ogni dove per ottenere consensi fra il pubblico, chiaramente settoriale, al quale il gioco si rivolge.

Nonostante Senan Kagura punti al bassoventre dell’utenza, riesce stranamente a farsi giocare bene. Inutile per me approfondire gli aspetti tecnici e di giocabilità, nelle mie recensioni; come sempre vi consiglio di andarvene affanculo su Multiplayer.it se vi interessano queste fesserie. Ma le sensazioni, la soddisfazione e la gioia dopo una partita a Senran Kagura sono paritarie o superiori a qualsiasi emozione vi abbia suscitato un buon gioco Musou giocato precedentemente. Chiaramente se i Musou vi hanno sempre fatto rate al cazzo non saranno poppe e culi a farvi cambiare idea. Forse…

Ma abbiamo anche detto spin-off… nella sua incarnazione “Estival Versus” Senran Kagura ha alleggerito un po’ le meccaniche di gioco e sacrificato la trama in favore di un approccio più frivolo, mantenendo le peculiarità erotiche introdotte di capitolo in capitolo, quali le trasformazioni, i cambi costume degni di Arturo Brachetti, gli indumenti distruttibili, la fisica delle rotondità femminili. Tutto lo scibile dei videogiochi SoftPorno condensato in un’unica opera digitale.

Relegare anni di programmazione ad un unico genere sarà sembrato uno spreco al CEO Marvelos! che, in occasione di un brainstorming svoltosi con il dipendente dell’anno mostrato nel meme di cui sopra, ha partorito una nuova idea GENIALE!!! Applicare tutta questa conoscenza tecnica ad un titolo di “Ninja Scolarette in Vacanza che si Spruzzano Acqua Addosso per far Ballare le Tette e far Godere i Giocatori del Nuovo Effetto Vedo non Vedo”!

Senran Kagura: Peach Beach Splash è quindi quello spin-off che non ti aspetti ma di cui non potrai più fare a meno. Arriva nel momento in cui Splatoon fa sfaceli e anche se non c’entra nulla un po’ gli strizza l’occhio. Usa tutti i più subdoli trucchetti per farti togliere le mani dal pad e fartele scivolare sulla patta dei pantaloni. E cosa più importante, è divertente. Un po’ il concetto già espresso per Gal Gun, un gioco che ti attira per un motivo e ti fa rimanere per uno decisamente più valido.

Musou

In questo articolo trovate un video di Manyakis (a.k.a. Mike Inel). Nintendo ha di recente censurato la sua PornParody di Splatoon e l’ha obbligato a togliere i file da Patreon.                     The More You Know

A suon di armi ad acqua tatticamente differenti, potenziamenti e aumenti di livello, collezioni di carte con immagini discinte, mosse finali pruriginose e scontri all’ultimo gallone vi ritroverete come nulla ad aver dedicato a Peach Beach Splash più tempo di quanto mai avreste potuto immaginare.

Ci sono anche le battaglie contro donne nude giganti insaponate!

Concludendo, concedete un po’ di attenzione a questa serie in una qualsiasi delle sue incarnazioni e non ve ne pentirete. Parola di ‘murricano vestito da ‘stocazzo GiappoCinese.

Voto:

 

 

 

 

 


 

Nathan Pyle e il sarcasmo descrittivo

Nathan Pyle è l’ennesimo fumettista comico nato dalla rete e portato al successo dai social. Per rapporto alle nostre latitudini, una roba tipo Zerocalcare, ma talentuoso e divertente. Seguire l’articolato, colorato e deprimente (per quanti ci provano e quanti pochi ce la fanno, manco la trap in Italia vanta così tanti morti sul campo) mondo degli pseudo artisti della china (inteso come inchiostro a rimando dei primi fumetti, non inteso come roba cinese fatta male) darebbe da lavorare per la creazione di un intero blog apposito. Non essendo propriamente questo lo scopo di Containerd, ogni tanto sottopongo artisti che colpiscono per vari motivi (spesso di sfondo erotico) il mio immaginario. Come nel caso di What The Poop o Yang Young-Soon:

What The PooP

Yang Young-Soon

Cos’ha quindi da spartire Nathan Pyle con gli artisti appena citati? Un beato cazzo, dato lo stile utilizzato e gli argomenti trattati. Per capirci:

Nathan Pyle

Nathan Pyle ci catapulta in un universo parallelo dove Sheldon Cooper non è uno scienziato asociale legato ad un mondo di fantasia ma un fumettista reale con una spiccata ironia descrittiva. Parallelamente offre una chiave di lettura dell’umanità esterna, come se esseri alieni di intelligenza superiore si ritrovassero a commentare la nostra quotidianità. Ed è fottutamente divertente, pur non essendoci di mezzo neanche mezza tetta!

Nathan Pyle – Strange Planet

Potete seguire Nathan W. Pyle sui suoi profili Facebook e Instagram. Ripesando invece di peso la citazione appena fatta a “The Big Bang Theory” vorrei esporre il mo personalissimo teorema di quanto Melissa Rauch (a.k.a. Bernadette) sia infinitamente più figa di Kaley Cuoco!

Non tutti sanno che Melissa Rauch nel 2015 si è resa protagonista di un film da lei stessa scritto, tale The Bronze. Pellicola dimenticabile che non rimarrà nella memoria degli appassionati di cinema se non per un piccolo dettaglio; viene riproposta una scena di sesso esplicito con la Rauch come protagonista! Intervistata su più fronti lei ha sempre parlato con ilarità del momento in cui ha dovuto scegliere la sua controfigura per la scena e a vederla in movimento si può affermare che abbia deciso propio bene, per quanto non si notino le differenze!

 

 

 

 

 


 

Rhythm Heaven – Paradiso per i pervertiti

Rhythm Heaven Fever – Il Trailer Originale

Pochi giorni fa posizionavo l’inizio dell’epoca oscura vissuta da Nintendo, almeno in ambito casalingo, al giorno di lancio del Nintendo 64. Le stesse difficoltà Nintendo le riscontrò anche nella generazione successiva con il GameCube che; come l’N64; seppe comunque regalarci gemme inestimabili. Una di queste fu WarioWare. Dallo stile grafico alla freschezza ed immediatezza dei minigiochi, tutto era progettato con uno scopo: divertire al massimo nel minor tempo possibile, regalando momenti d’intrattenimento mordi e fuggi da vivere da soli o con amici, fra un gioco spaccamaroni e l’altro.

Con la serie Rhythm Heaven il concetto venne ripreso anni dopo, rispolverando lo stile grafico ed approfondendo la parte dei Rhythm Games che si poteva sperimentare in alcuni minigiochi visti in Wario. Nessuna periferica tamarra alla Guitar Hero, nessun rischio di fare la figura del coglione davanti ad amici e parenti per i finti scratch sperimentati con DJ Hero. Solo gioco, pad e senso del ritmo.

Pur rimanendo Rhythm Heaven un’ottima serie di videogiochi, non è certo quel capolavoro indimenticabile che merita approfondimento ad anni dal lancio; merita invece posto d’onore sulle pagine di Containerd per la parodia erotica uscita per mano di minus8

Con questa parodia Minus8 entra nell’olimpo dei geni della sessualizzazione. Come sempre quando ci si trova di fronte a capolavori di questa portata, c’è sempre qualcuno che tenta di trarne vantaggio sforzandosi al minimo; chi scrivendone articoli poveri di contenuti per un blog scrauso, chi realizzando la parodia della parodia e provando ad aggiungere contenuti “originali”:

Potete vedere altri lavori di Birdway, autore di questa penosa (per l’impressionante quantità di peni presenti) parodia, sulla sua pagina Iwara; si tratta esclusivamente di opere “futanari” (termine depositato presso l’Accademia della Crusca con la seguente descrizione: DONNE COI CAZZI!) ma non spetta certo a me giudicare l’omosessualità latente di questo artista e dei suoi fan.

Visto che mi sono ritrovato giocoforza a parlarvi di Futanari, sono fermamente convinto che vi potrebbe interessare esporre nelle vetrine di casa vostra una splendida figure col cazzo dritto!

Original Character – Skytube – Hermaphroditos – 1/6 (Alphamax)

Rhythm Heaven

 

  • Personaggio originale
  • Personaggio: Hermaphroditos
  • Produttore: Alphamax
  • Scultore: Zac
  • Immagine Originale: Ban
  • Dimensioni: H ca 255mm
  • Materiale: ABS, PVC
  • Data di pubblicazione: Giugno 2019
  • Prezzo consigliato: ¥15800
  • Acquistabile qui

 

 

 

 

 


 

Nintendo Power-Ups

È passato un mese dalla nascita di Bowsette e la febbre da fan-artismo non accenna a diminuire; a pochissimi giorni dal caos generato dalla “Super Crown” avevo già abbastanza materiale per proporvi un approfondimento sull’argomento, vi lascio solo immaginare che livelli possiamo aver raggiunto un mese dopo il giorno zero.

Nintendo Power-Ups – La nascita di Chompette

Non siete ancora convinti che la cosa sia sfuggita di mano? Non fraintendetemi, personalmente sono convinto che sia un momento incredibile per essere vivi e che la situazione darà una spinta qualitativa al Rule34, sperando in contaminazioni dirette sulla produzione videoludica ufficiale. Non è possibile però ignorare l’estrema ricerca di “originalità” di alcuni artisti.

Nintendo Power-Ups

Dite quello che volete ma ci ho riso, molto.

Sempre su Chompette…

 

Stabilito che sarebbe impossibile seguire con dovizia di particolari tutta la produzione “artistica” degli ultimi giorni non mi rimane che monitorare il tutto e segnalarvi le creazioni di maggior interesse. Oggi tocca all’artista SuperSatanSon che ha ben pensato di ampliare il concetto dietro la “Super Corona”, creando una sua serie personale di Nintendo Power-Ups!

SuperSatanSon Power Ups Pin-Up

SUPERSATANSON ONLINE

Twitter – Pixiv  – Deviantart

 

Se in fatto di disegnini l’argomento risulta ampiamente coperto, non mi resta che presentarvi il live action dedicato. Pensavate che i ragazzi di Wood Rocket si sarebbero fatti attendere con una porno-parodia su Bowsette? Infatti NO! Dai produttori di Fortnut e Dragon Boob Z eccovi un nuovo CAPOLAVORO cinematografico. April O’Neil nei panni di una tristissima Bowsette (di lunga più scadente dei cosplay visti fino ad oggi) e Tommy Pistol rappresentante letteralmente stocazzo di Mario ripropongono un imbarazzante fuck live action. Non che ci si potesse aspettare di più da un porno, se non un’attenzione maggiore ai costumi e senza strafare in trame assurde, una fedeltà al fumetto che ha dato vita a tutto. Da guardare a scopo puramente didattico e culturale. Containerd, recensioni di film porno come fossero film d’essai!

 

 

 

 

 

 


 

Ryan Gosling e l’istigazione a delinquere

Ryan Gosling è la controparte di, per dire, Charlize Theron per l’universo femminile. Quello che le fa bagnare tutte indistintamente, di cui tutte parlano e che è in grado di farti sentire estremamente inadeguato. Vorresti quindi boicottarlo, screditarlo e parlarne male, poi ti ritrovi pervaso dalla frustrazione nel vederlo recitare ed apprezzarlo praticamente per qualsiasi cosa faccia. Una sensazione tipo quando sei a dieta e hai un barattolo di Nutella in casa (e tutti sappiamo come questa metafora va a finire, fra lacrime, violenza, sangue e merda).

Ryan Gosling

Sapevate che Charlize aveva messo la “faccia” nel memorabile spot Martini del 1993? “The More You Know”

Come se non bastasse il senso di disagio che mi provoca apprezzare il suo lavoro ed essere ogni minuto sempre più consapevole che nessuna mai mi guarderà sognante come fa di fronte allo schermo quando c’è lui, Ryan sembra avere un conto aperto personale nei miei confronti. Infatti mi da ai nervi non tanto per quanto appena descritto (anche se…), ma per le mille interazioni avute con Emma Stone in La La Land. EMMA STONE! Ah Ryan Gosling, dillo che lo fai apposta! Sai che è la mia preferita di sempre e hai voluto farmela vedere inarrivabile più di quanto già non fosse! E a sfregio il film mi è pure piaciuto di brutto e ci ho pianto! Figlio di puttana…

Dio Mio Emma Stone…E guardatevi The Help, che merita.

Ma Ryan è sempre stato figo in culo? Oppure c’è stato un momento in cui, se vuoi forzatamente e per necessità di ruolo, è stato lo sfigato della porta accanto nel quale potevo magari anche impersonificarmi? Quando Gosling è stato uno di noi?

Ryan Gosling – Lars e una Ragazza Tutta Sua

Sovrappeso, stilisticamente inguardabile, anonimo; il Gosling di 11 anni fa interpretava Lars ed entrava a pieno diritto e senza saperlo a far parte della sfera Cult per noi nerd. Precorrendo i tempi, anticipando insieme a regista e produttore, quella che di lì a qualche anno sarebbe diventata normalità. Una magistrale interpretazione di un disagio mentale e sociale, quello dell’incapacità di gestire i rapporti interpersonali, narrata all’interno dei confini di una piccola cittadina Americana. Il colpo di genio, l’utilizzo di una RealDoll come coprotagonista, strumento di cura per uscire da quel disagio.

Un film indipendente, di nicchia, che arriva in sordina e ottiene i giusti meriti nei festival. Che parla di integrazione per mezzo di una bambola, accettata come cittadina del paese in cui si svolge la storia, dove gli abitanti si uniscono per non smontare il costrutto mentale di Lars e aiutarlo a uscire dal suo mondo immaginario. Salvo poi ritrovarcisi immersi a viverlo come fosse normalità. Una storia che proponeva in commedia concetti poi visti in maniera più seria e moderna in Black Mirror, un film che nel 2007 riusciva ad appassionare i pochi che gli diedero credito con un concetto per quei tempi assurdo, ovvero ordinare l’amore via internet ed ottenerlo nella sua forma fisica e tangibile. In questo caso, senza pulsioni sessuali (almeno, non mostrate a schermo).

Anche se queste poche righe mi varrebbero una sega a due mani fatta da Gianni Canova, non sono qui oggi a fare il Cinemaniaco di ‘sta fava. Piuttosto ad accusare apertamente e pubblicamente Ryan Gosling di istigazione a delinquere! Che se non era per lui e lo sdoganamento delle donne di silicone ordinate online, oggi non avremmo raggiunto certi livelli….

Sigilli al LumiDolls di Torino

Del concetto LumiDolls vi ho già parlato; in un mondo che sembra non essere undici anni distante da “Lars e una Ragazza tutta sua” ma decisamente più avanti, i bordelli optano per il sesso gommato, decisamente meno problematico che quello carnale operato da donne con ritmi, necessità e richieste nettamente più impegnativi che quelli di una bambola di silicone.

Purtroppo applicare un concetto tanto moderno nel paese culturalmente più arretrato del globo, porta inevitabilmente qualche disguido:

Sequestro delle bambole, contestazione di attività abusiva di affittacamere con denuncia per omessa comunicazione, in forma telematica all’Autorità di Pubblica Sicurezza, dei nominativi dei clienti frequentatori del locale, oltre alla violazione amministrativa per la mancanza di etichette con indicazioni sui materiali.

Questo il risultato dei controlli effettuati questo pomeriggio dagli agenti di Polizia Municipale (del Reparto Polizia Commerciale e del Comando ex Circoscrizione 9 Nizza) in un locale a piano terreno, all’interno di un cortile privato in via Onorato Vigliani, che pubblicizzava attraverso internet la possibilità di incontri con bambole realistiche e disponibili per incontri hot.

Inoltre, nel corso dei controlli effettuati dalla Municipale insieme a tecnici dell’Asl Torino, è stata verificato un livello insufficiente del sistema di igienizzazione delle bambole che, come detto, sono state poste sotto sequestro amministrativo cautelare. (mge)

Questo il comunicato stampa della Città di Torino, arrivato dopo la disposizione dei sigilli operata dalla polizia comunale il 12 settembre.

Che ne sarà ora delle povere ragazze? Avranno celle a loro dedicato o rischieranno le classiche sevizie da galera?

La società precisa che il fermo è dovuto a cavilli burocratici e confida di ritornare ad operare in brevissimo tempo, evidentemente non conscia e consapevole che in Italia queste cose NON SI FANNO E BASTA!!!

Sono apparse sulle testate online dei principali quotidiani nazionali alcune notizie relative alla sede di Torino del network LumiDolls del tutto fantasiose e prive di fondamento che ci costringono a chiedere l’immediata rettifica di quanto divulgato. Preme sottolineare che tali notizie sono state pubblicate nel corso degli accertamenti disposti dalla Polizia Municipale e dall’ASL Torino 1 e, pertanto, prima che fosse accertato l’esito di tali operazioni, ciò che già conferma l’infondatezza delle relative comunicazioni. Ciò premesso, al termine delle indagini l’ASL Torino 1 ha potuto rilevare esclusivamente la carenza in sede di alcuni documenti (quali la certificazione dell’impianto di areazione e del Documento di Valutazione del Rischio – DUVRI – avente data certa) e che alcuni documenti necessari per l’esercizio dell’attività, regolarmente reperiti presso la sede, sono redatti in lingua spagnola e non anche in lingua italiana, disponendo l’invito a sospendere l’attività fino a regolarizzazione di tali formalità.Inoltre, la Polizia Municipale ha rilevato la carenza presso la sede della copia della cosiddetta S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), levando un relativo verbale. Ovviamente si provvederà a breve alle dovute contestazioni dei suddetti rilievi, presso le sedi competenti.
Da quanto esposto emerge chiaramente che non è stato rilevata la sussistenza di alcun reato, né, tanto meno, la sussistenza di illeciti che possano impedire lo svolgimento regolare dell’attività che, pertanto, reputiamo potrà riprendere nei prossimi giorni

Questa la loro sognante dichiarazione. Torno a ripetere, trasferitevi qui in Svizzera che tutti ‘sti cazzi non li passate!

Lo sguardo impietrito della ragazza poco prima dell’arresto fa riflettere sui metodi operati dalla Polizia.

Quello che è straordinario e inaspettato da noi (la chiusura forzata di questa attività , ma più di questo la sua esistenza) è quotidianità in altre zone del mondo, tanto da non necessitare nemmeno di luoghi come case chiuse per essere svolti, basta un distributore automatico:

Cina – Beccato ladro di bambole gonfiabili

Non riesco ancora bene ad inquadrare l’aspetto più assurdo della situazione, se il fatto che esistano distributori automatici per questo genere di cose, se l’assurdo risieda nella pulsione irrefrenabile di trombarsi una donna gonfiabile… o se l’assurdità sia che ancora non esistono questi distributori dalle mie parti!!! (immagino sia più preso male per quest’ultima cosa).

Ad ogni modo, il nostro amico dagli occhi a mandorla e l’incontenibile erezione è stato colto sul fatto, mentre sfondava a martellate la vetrina del distributore, pronto a “sfondare” il suo nuovo acquisto non pagato a colpi di bacchettina gialla.

I proprietari hanno dichiarato di essere stati obbligati ad installare il sistema di video sorveglianza dopo il terzo furto subito nel giro di pochissimo tempo. Il nostro amico non era quindi il primo ad aver fatto la pensata del secolo, purtroppo sarà il primo ad essere “gonfiato” dalla polizia che lo ha beccato col pistolino nella refurtiva.

 

 

 

 

 


 

Dal padre di District 9 arriva Rakka

Rakka è il primo corto ad uscire sotto “etichetta” Oats Studios, casa di produzione fondata dal creatore di District 9, Neill Blomkamp. Come dichiarano su tutti i loro social, l’obiettivo è quello di creare contenuti sperimentali, facendosi il più possibile supportare economicamente dal pubblico e non da major di qualche tipo. Direi che con il primo corto il risultato del contenuto sperimentale è stato raggiunto:

Con i tre corti che compongono il volume 1 Blomkamp vuole sondare il terreno per capire se il pubblico sarebbe disposto a pagare per vedere il proseguo della storia; se avete spicci che vi stressano la tasca seguite questi link e datevi alle spese folli!

Oats Studios Online

FBhttps://www.facebook.com/oatsstudios/ – Twitter: https://twitter.com/oatsstudios/ – Youtubehttps://www.youtube.com/user/OatsStudios – Websitehttp://www.oatsstudios.com/

 

 

Blomkamp³ [Limited Edition Collection]

Rakka

 

Majora’s Mask Terrible Fate

Majora’s Mask Terrible Fate è uno splendido corto animato che ci arriva dai ragazzi di Ember Lab (Facebook e Youtube), da guardare prima che la scure della censura Nintendo si abbatta su questi criminali che hanno osato creare qualcosa di superiore ai loro prodotti, senza nemmeno sborsare un soldo in royalties:

Majora’s Mask Terrible Fate

 

Majora’s Mask è diventato con gli anni un titolo cult del panorama videoludico, ma per poterne apprezzare il potenziale si doveva per forza scendere a patti con il cambio di rotta rispetto al suo predecessore, superando la noia e la complessità di alcune situazioni di gioco. Oltre alle meccaniche leggermente differenti, l’ambientazione cupa e apocalittica hanno allontanato questo Zelda dalla via sempre percorsa da Nintendo con il brand. EmberLab rende ancora più oscura la trama del gioco con questo corto, che in pochi minuti ci fionda nel dramma vissuto dallo “Skull Kid”.

zerggiee_skull-kid-cosplay

Chissà se esistite un cosplay in merito? Magari realizzato da una ragazza carina? Manco a chiederlo… Zerggiee (il nome della cosplayer)

 

La grandiosità di questo corto è dovuta anche alla perfetta colonna sonora, ricavata dall’ultimo album di Theophany, compositore amante dei remix di colonne sonore videogiocose; chiamato Time End II, è un intero album di musica da Majora’s Mas, riarrangiato con un tiro più cinematografico, come visto nel corto di cui sopra. Per aggiungere goduria all’orgasmo provocato da tutte queste belle informazioni, l’album lo potete pure scaricare gratis (Nintendo? Puppaaaa).

In chiusura un altro capolavoro da Ember Lab, un corto horror di 30 minuti intitolato Dust (no, non dedicato al gioco dove fai Dio con le pozze d’acqua e la sabbia):

 

 

 

 

 

 

 

Soldi ben spesi

majora's mask terrible fate

 

Ghost in the Shell Live Action, primo trailer con Scarlett

Ghost in the Shell Live Action è realtà, come dimostra il suo trailer spaccamascella. Da vedere:

 

Sono passati anni da “Zero” di Granata Press, dai nostri primi, timidi approcci al mondo cyberpunk di Shirow Masamune. Tanti ne sono passati anche da quando mi trovavo in stato confusionale dopo la lettura di Orion o Ghost in the Shell che ci furono “regalati” da Star Comics. Abbastanza per godere di un indimenticabile Ghost in the Shell su PSX, figlio di quell’anime che, nel 1995, ampliò la portata del fumetto e influenzò la cinematografia in modo definitivo, fino ad arrivare a pagarne lo scotto.

Per quanto possa aver fatto successo, attraverso un media piuttosto che un altro, Ghost in the Shell esce dalla sua nicchia oggi, con questo trailer del film Live Action. In molti si avvicineranno al prodotto, lo apprezzeranno, lo paragoneranno a cose viste in precedenza. Vagli poi a spiegare che i Wachowski non si erano inventati proprio un cazzo… Ad ogni modo oggi abbiamo la tecnologia per sperare in un capolavoro di genere, col rischio che ne venga un prodotto troppo simile a se stesso o ad altri che ne hanno saccheggiato a piene mani le idee negli ultimi anni.

Torniamo comunque con i piedi in Containerd e ricordiamo che sì Masamune Shirow bravo, famoso, grande mangaka eccetera, senza però dimenticare che è pure l’autore di tanti volumi che fanno impallidire il mercato hentai! E non sia mai che non si pubblichi qualcosa in merito!

Masamune Shirow – GREASEBERRIES 2

 

Masamune Shirow – Wild Wild West

 

Masamune Shirow – Pieces 6 Hell Cat

Per il comparto “cosplayer di un certo livello” incontriamo Maria Avdonyushkina (aka Adelhaid) con la sua opera dedicata a Motoko di Ghost in the Shell:

ADELHAID ONLINE

DeviantArt – Facebook Instagram – Twitter 

In esame anche l’immancabile figure legata al marchio “Ghost in the Shell”, in questo caso Arise, prequel dell’anime originale:

Ghost in the Shell Arise 1/8 Scale Pre-Painted Figure: ARTFX J Kusanagi Motoko

ghost-in-the-shell-arise-figure-01

  • Personaggi: Kusanagi Motoko
  • Serie: Ghost in the Shell: Arise
  • Versione: Nekomimi Pajama
  • Produttore: Kotobukiya
  • Artista: Shin Tanabe (Scultore)
  • Dimensioni: 20cm x 17cm x 17cm (scala 1/8)
  • Materiale: PVC
  • Data di pubblicazione: Agosto 2016
  • Prezzo consigliato: ¥11000
  • Acquistabile qui

Per finire in gran bellezza eccovi il vero Ghost in the Shell Live Action Trailer, realizzato in tempi non sospetti da un gruppo di artisti appassionati della serie:

Ghost in the Shell Live Action

Project 2501, tutte le informazioni che vi servono le trovate su sito ufficiale; un bel lavoro, realizzato da 20 artisti raggruppatisi da ogni angolo del globo. Vediamo se una produzione cinematografica da milioni di dollari e centinaia di operatori del settore riuscirà a superare quanto realizzato da questi ragazzi…

 

 

 

 

 


 

Sombra, sembra che tutti ne parlino!

Sombra è la risposta di Blizzard alla campagna elettorale di Trump! Ahahaha, benvenuti muri alti alti alti fino al soffitto per mantenere fuori tutti quelli che parlano strano, arriva la spagnola doppiogiochista che fa i salti ancora più alti e ti hackera il cestino in cerca di trentamila eMail (29.990 sul tema “come combattere quei fastidiosi odori intimi”). No pierda el tiempo, aquí está a usted Sombra!

Sai che un gioco è ormai un fenomeno della cultura Pop quando, ad un giorno dall’annuncio di un nuovo personaggio, non si fa che parlare di questo e già in rete spopolano Fan Art in merito:

sombra-fan-art-03

Inoltre si batte ogni record con il primo Rule 34 dedicato a Sombra! (no, mi spiace, ancora non esistono coplayer mezze nude, per quello ci vorrà tempo)

sombra-first-r34-nude

In chiusura altro corto animato di Blizzard, che ci spiega in breve le origini di questo nuovo personaggio:

 

 

 

 

 

 

 

 

Play-Asia.com - Buy Games & Codes for PS4, PS3, Xbox 360, Xbox One, Wii U and PC / Mac.

 

Buon Halloween a tutti i videogiocatori!

Buon Halloween a tutti i videogiocatori!

Buon Halloween a tutti i videogiocatori!

 

Post da un video e due righe, ma Nukazooka con il suo Super Mario: Underworld se lo merita tutto, arrivando con tempismo perfetto a farci festeggiare la notte delle streghe.