Second Wind, l’espansione non ufficiale di Breath of the Wild

 

Second Wind è il nome dietro al quale si cela l’incredibile sforzo programmatorio di un nutrito gruppo di modder. In culo alle spire censorie di Nintendo, su Containerd già viste in occasione del poi bloccato progetto Zelda Maker (come di altri), questi coraggiosi programmatori hanno deciso di aggiungere spessore a quello che personalmente reputo il miglior titolo di una generazione ormai al tramonto.

 

Zelda: Breath of the Wild Second Wind, attualmente completo al 50%, amplierà significativamente l’esperienza di gioco. Gli oltre 50 fancazzisti impegnati nel progetto sono riusciti ad inserire parecchi miglioramenti:

Second Wind Adds-On

  • Nuove quests
  • nuove armi
  • nuovi NPC e nemici
  • miglioramento dei santuari
  • nuove aree esplorabili
  • un sistema potenziato di negozi e più in generale un miglioramento completo dell’esperienza finale

Il supporto a questo progetto può essere fornito seguendo il loro Patreon, il rilascio della mod è prevista per Nintendo Wii U o emulatori.

Navi by Danielle Beaulieu

Sempre a tema Breath of the Wild, dopo il piacevole intermezzo offerto dalla cosplayer zozzetta Danielle Beaulieu, ecco far capolino degli animatori Coreani che, come visto in passato per mano di altri appassionati, ci regalano una breve animazione a tema, creata secondo i canoni dello studio Ghibli:

 

Vedere Link in questa nuova veste è sempre un piacere per gli occhi, specie quando l’animazione fan-made è di così alta qualità. Eppure esistono versioni di Link anche più attraenti di questa:

Link by Danielle Beaulieu

Sempre a tema Zelda, remake e prodotti non ufficiali, chiudiamo questa carrellata con un tuffo nel passato. Per quanto molti si ostinino a definire Superman 64 il peggior videogioco di sempre, qualcosa di altrettanto orrendo fece la sua comparsa anni fa, infangando il buon nome di Nintendo e del suo gioco di ruolo di punta.

 

Zelda per Philips CDi fu uno di quegli scempi che ti vorresti dimenticare per sempre. Prenderlo e seppellirlo nel deserto come fu per il videogioco di ET. Ma la goliardia degli artisti web non perdona e non dimentica, così ecco arrivare un corto animato carico di speranza. Oltre 200 artisti riuniti per ricreare le fetide sequenze d’intermezzo del gioco, dandogli nuova vita e una nuova cifra stilistica:

 

A rivederlo così farebbe quasi voglia di vederne un remake per qualche console moderna!

 

 

 

 

 


Mettimi questi meloni in mano, fai come l’ortolano

 

Meloni… solo a fantasticare sulle differenti varietà riaffiorano bollenti ricordi estivi. Melone Retato, Mundial, Prescott, Morettino, Armatan… ne puoi trovare di tutti i gusti, forme e dimensioni, senza troppo faticare nella ricerca. Chiedi al tuo fruttivendolo di fiducia e il gioco è fatto.

meloni

Giorgia Meloni campionessa incontrastata di Yoshi’s Story!

Ad un frutto così magico ed evocativo non poteva che essere dedicata una delle canzoni più poetiche del panorama POP Italiano:

 

Chi evidentemente non decise di perseguire la via più semplice, chi non fece “come l’ortolano”, fu Nintendo EAD che, sul finire degli anni ’90 e capitanata Hideki Konno, tentò di realizzare il seguito spirituale di Yoshi’s Island.

Mo Meloni Mo Problems

Dov’è Yoshi? Chi è Yoshi? Perché è Yoshi? Oggi tutte queste domande suonano anacronistiche, ma è doveroso ricordare anche ai non diversamente giovani che Nintendo, giusto qualche generazione fa, basava su “poche” esclusive il suo irrefrenabile successo, dovuto in egual misura a titoli di terze parti. Diversamente da oggi, dove la loro console ammiraglia è sostenuta pressoché dalle esclusive, in passato compravi Nintendo viveva anche di importanti produzioni esterne. Al tempo non ci volle comunque molto perché capissero l’enorme potenziale della loro lore e la mettessero a frutto, spremendo ogni personaggio come neanche Disney con la saga di Star Wars. E Yoshi di potenziale doveva averne parecchio, secondo i suoi creatori, visto l’evoluzione subita dal draghetto dai tempi della sua prima comparsa in Super Mario World.

Meloni Yoshi

Di quando Yoshi era solo una vittima sacrificale alla mercé del sadico idraulico che lo usava per pararsi il culo.

Per trattare con il giusto riguardo Yoshi’s Story e tutto ciò che rappresentò bisogna quindi dissociarsi leggermente dal panorama attuale che vede la lucertola (cintura nera di cunnilingus) essere protagonista o comprimaria di innumerevoli titoli e riportare la memoria a quando Nintendo aveva più principesse che mascotte.

Meloni

Per i dinosauri semi sconosciuti la strada verso il successo è dura e lastricata di compromessi degradanti…

Signora, i Meloni!!! Signoraaaaaa!!!!

Una cosa che è sempre riuscita bene a Nintendo è stata innovare continuando a risultare morbosamente, stoicamente, ineluttabilmente classica. All’acquisto di una nuova cartuccia potevi essere di fronte ad un capolavoro visionario e non rendertene conto immediatamente o fino in fondo, per quella sensazione di sicurezza che comunque ti offrivano le meccaniche classiche, i personaggi familiari, le situazioni canoniche. Come quando vieni colto alla sprovvista da un particolare profumo e ti viene la nostalgia di casa, così vuole farti sentire ogni videogioco Nintendo; come a casa.

Meloni

Eh si, quell’inconfondibile sapore di c…asa.

Ci riuscirono perfettamente con Super Mario World, replicarono estremizzando il concetto con Super Mario World 2: Yoshi’s Island. Ottennero il risultato solo in parte con Yoshi’s Story. Non che non si possa definire un capolavoro o che non sia visionario, questo titolo! Graficamente superlativo, tornò a rappresentare l’isola degli Yoshi come se fosse stata descritta attraverso lo sguardo di un bambino, passando dal tratto pastello del capitolo precedente ad una visione più immersiva e giocosa, fatta di livelli realizzati con i più disparati materiali, tecnicamente appaganti ed evocativi.  Yoshi’s Story gettò le basi per tantissime produzioni future, titoli che se giocati oggi ti fanno esclamare “ah, la cara, vecchia Nintendo”. Ad accompagnare lo spettacolo visivo una colonna sonora fatta di gorgheggi, versi, rutti e scoregge in falsetto che pienamente rendevano la sensazione di infantile attrazione che tanto risulta irresistibile all’azione cattolica.

Capolavoro tecnico, quindi. Visionario nelle meccaniche, come vedremo; se infatti l’apparente livello di difficoltà iniziale lo può far sembrare un titolo per bambini, affinare le tecniche per raggiungere il punteggio perfetto è cosa tutt’altro che semplice. Visionario perché offre diversi gradi di gioco, questo Yoshi’s Story. Tutti a discrezione del giocatore. Lo puoi finire in mezz’ora, senza incontrare la minima difficoltà. Puoi cristonare tanto da far pensare ai tuoi vicini che tu stia giocando a Dark Souls, se decidi di finirti un livello raccogliendo solo meloni verdi, mangiando nemici del tuo stesso colore, dando la caccia a tutti i cuori e le monete.

Tutto perfetto, quindi?

È l’unico frutto dell’amor…

In pochi lo direbbero, ma Yoshi’s Story fu un titolo travagliato, per tanti motivi. Inizialmente previsto per la periferica 64DD come videogioco esclusivo che ne potesse spingere un minimo le vendite, fu poi dirottato su cartuccia per la carenza di titoli che costantemente affliggeva il Nintendo 64. Il team di sviluppo fu lo stesso di Yoshi’s Island, ma con un supporto solo che marginale di Shigeru Miyamoto, assenza purtroppo evidente in parecchi ambiti. La scelta stilistica fu un compromesso fra l’impostazione prevalentemente 3D dell’hardware e la forte natura bidimensionale del capitolo precedente. La release giapponese fu stroncata così sonoramente che Nintendo dovette correre ai ripari e sistemare in corso d’opera ciò che poteva per migliorare in qualche modo le versioni Americana ed Europea del gioco.

In questo “travaglio” risiedono tutti i limiti di Yoshi’s Story, fino a renderlo un titolo dimenticabile, da ringraziare esclusivamente per quanto abbia lasciato come esperienza a Nintendo applicata a tutti i giochi a venire rispetto alla sua uscita. Questo videogioco infatti non ti fa “sentire a casa”, come ogni titolo Nintendo dovrebbe fare.

Graficamente osava, ma non abbastanza; tanto da risultare troppo distaccato dal suo predecessore, forzatamente. La sfida pari a zero lo rendeva adatto solo a giocatori alle primissime armi e non servirono le modifiche applicate in corso d’opera (anche qui, forzatamente) a renderlo più interessante. Quanto descritto poco fa in termini di giocabilità rimaneva nascosto ai più, peggiorando ancora la situazione; se Yoshi’s Story osò effettivamente distaccarsi dai predecessori, probabilmente forzatamente e non riproponendo neanche un minimo di attrattiva che caratterizzava i Mario World, non lo fece con il giusto coraggio. La sensazione che i molti modi per approcciarsi ai livelli siano stati infilati a forza per dare più longevità ad un titolo mediocre è sempre presente, confermata dalla totale assenza di espedienti che portino il giocatore ad interfacciarsi con il titolo in modi differenti e sempre più stimolanti.

Fun Fact: in occasione del rilascio del titolo per Virtual Console, ad anni dalla pubblicazione N64, la stampa specializzata valutò in modo ancor più negativo Yoshi’s Story. Come se già non fosse stato pesantemente criticato al lancio. Questo perché gli anni non sono stati clementi con questo titolo, evidenziando ancor più suoi aspetti negativi, se rapportati all’evoluzione del media.

Non resta quindi che chiudere questa retrocensione dal sapore un po’ malinconico con qualcosa che possa risollevare il “morale”

Haikarabitch – WATER DRAGON Realize 03 5

Meloni

 

 

 

 


Don’t Fuck with 2019 !

 

Luka Magnotta mi perseguita da un po’. Più precisamente da quando ho deciso di passare il giorno di Natale guardando assurdità su Netflix, compreso il documentario “Don’t Fuck With Cats”… allerta spoiler, non è un documentario sull’avanzamento dei lavori di Elon Musk verso la creazione della prima cat girl!

Luka Magnotta

Se non ce la fa Elon non ce la può fare nessuno!

Disharmonica (Helly von Valentine) – Chocola

QUINDI! Spiegando ai meno attenti che non avessero notato l’elevata concentrazione di “trend topics” riassunti in pochissime righe (Cosplay di Disharmonica, Netflix, Elon Musk, Luka Magnotta, 2019, Cat Girls) eccoci arrivati all’ineluttabile recap di fine anno! Mutuando il titolo del documentario Netflix, “Don’t Fuck with 2019” vuole essere un riassunto in ordine sparso delle follie nerd di quest’anno. E che il 2020 possa regalare tanto altro materiale ad un blog come Containerd!

QUELLA BUSTA DI PISCIO DI DEATH STRANDING!

“Eretico! Come osi criticare l’unico vero capolavoro del 2019, grande ritorno del sommo maestro dei videogiochi! Kojima Genio e tu non capisci un cazzo!”

È come se sentissi in ogni cellula del mio corpo vibrare le vostre invettive, alla minima parvenza di offesa diretta nei riguardi del gioco più chiacchierato, nominato e abusato di quest’anno… e invece no! Perché, in tutta onestà, anche STICAZZI di Death Stranding! Che sia un nuovo gioco o un titolo appartenente al passato, che abbia inventato un genere, che sia di una noia mortale o il gioco più geniale del decennio, tutto viene messo in secondo piano da un elemento che ha fatto disquisire la stampa specializzata per settimane.

Sedetevi comodi e preparate i sali perché, se ancora non lo sapevate, state per scoprire che in Death Stranding… potete far pisciare il protagonista!!! Ora che le acque dorate si sono calmate, mi preme dire una cosa agli pseudo giornalisti che ci hanno montato un caso; non è che sia proprio tutta sta gran novità, nel mondo dei videogiochi. E già che ci siamo, un augurio a voi per il 2020: che le vostre figliole abbiamo l’opportunità di incrociare per la loro strada qualche fan di R. Kelly…

TOP 5 VIDEOGIOCHI DI MINZIONE

 

5 – South Park (1998)

Già citato all’uscita di “Scontri diRetti“, il primo videogioco mai creato su licenza di South Park rappresentava l’urinoterapia come una pratica estrema e violenta. Potevate infatti “curare” i vostri antagonisti a colpi di palle di neve pisciate, facendogli vomitare l’anima o lasciandoli a terra esanimi. Se non basta questo per renderlo un cult…

4 – Postal 2

Per tornare all’intro dell’articolo e alla passione che Luka Magnotta aveva per i gatti… in un gioco dove puoi ficcare in culo ad un gatto un mitra per usare l’amico peloso come silenziatore non ti dovresti stupire di poter scorazzare libero per la città pisciando addosso alla gente o magari urinare verso il cielo aspettando che la tua pioggia dorata ti solletichi le papille gustative con le relative conseguenze. Questo ed altro accadeva in Postal 2, quando ancora i programmatori si potevano esprimere liberamente senza paura delle ripercussioni della “Karen” di turno.

3 – Metal Gear Solid 2

Vedi che Kojima un debole per il pissing l’ha sempre avuto? Non un vero e proprio “videogioco di minzione”, MGS 2 nascondeva più una perla dorata, un easter egg fatto di ovuli diuretici.

2 – Okami

Se già non bastasse il titolo del gioco a far capire quanto estremo fosse questo prodotto (che Okami si possa tradurre in una bestemmia come Dio Lupo lo sapevate, vero?), Clover Studio decise di rendere fetish alcune abilità del DioLupoCaneSpettrale, come la mitica mossa “golden fury” che vi permetteva di segnare il territorio direttamente contro i vostri nemici.

Senza parlare degli stronzetti esplosivi, ma questo dettaglio magari me lo risparmi per un bell’articolo su videogiochi e coprofagia.

1 – Conker’s Bad Fur Day

Ovunque ci sia una classifica, una graduatoria, una top videoludica di qualsiasi specie e su qualsivoglia argomento, Conker dovrebbe a pieno titolo occuparne la prima posizione! Miglior Gioco del 2019? Conker! Come dite? È uscito nel 2001? E Sticazzi??!? Miglior videogioco per Amiga 500? Conker! Come dite? È uscito su Nintendo 64 e in remake su Xbox? E Sticazzi??!?

Con questa premessa la prima posizione della classifica “Top 5 videogiochi di minzione” non poteva che venir assegnata allo scurrile scoiattolo di Rare e a ragion veduta. Memorabili furono le sessioni di gioco durante le quali, ubriachi marci, ci veniva data la possibilità di svuotare la vescica sopra ai nemici infuocati per averne la meglio.

 

“…STOCAZZO” SI PUÒ DEFINIRE IL NETFLIX DEI VIDEOGIOCHI!

Pregasi l’utenza di Containerd di sostituire l’aulico termine “stocazzo” con qualsiasi servizio di streaming videoludico nato,cresciuto o evolutosi nell’arco del 2019. Stabilito che “il Netflix dei videogiochi” deve ancora palesarsi, è innegabile il futuro che ci attende; ma l’entusiasmo con cui ogni volta viene presentato un nuovo protagonista nel mercato dello streaming di videogiochi… ragà, anche meno! A qualche founder di Stadia fischiano le orecchie?

Google con Stadia punta alla bregna!

Luka Magnotta

Quella di Stadia è di sicuro una storia ancora tutta da scrivere, per un’avventura che deve concretamente ancora iniziare. Vero è che gli esordi non sono stati i migliori, fra le aspre critiche della stampa specializzata (ma chi voglio prendere per il culo! Un manipolo di youtubers che hanno sborsato per cavalcare l’onda dell’hype e fare visualizzazioni!), rimborsi dovuti ma dati solo se richiesti, un servizio spesso carente ma, peggio del peggio, roba a pagamento! Eh sì, perché abbonarsi al servizio di streaming di Google significa pagare un canone mensile per avere l’incredibile opportunità di acquistare dei giochi! Che se prende piede questo modello di business aspettatevi di pagare il biglietto d’ingresso all’Esselunga per entrare a fare la spesa…

E come ti risponde il capoccia di Stadia, Phil Harrison, alle critiche? Buttandola sul sessismo!

“Some of our historical competitors in the console space have been a bit more masculine and a bit more mechanical in their approach”

Queste le parole usate per descrivere la situazione delle attuali console e dei loro controller secondo Google. Stadia vanterà quindi un pad più “gender-neutral” con la volontà di attrarre quell’utenza femminile che non si è mai avvicinata ai videogiochi per un evidente problema cromatico. Oltre quindi ai classici controller bianchi e neri verrà prodotto un neutralissimo pad color “verde wasabi”.

Isabelle Olsson, a capo dello studio di design che si sta occupando di risolvere questo gravissimo problema di Stadia, assicura che le differenze non si fermeranno alla colorazione; i pad “girls oriented” avranno una forma più affusolata, una vibrazione nettamente più marcata e un’opzione di auto-lubrificazione attivabile a seconda della necessità! Sperando che anche lì il servizio non “lagghi” propio sul più bello…

Luka Magnotta

Chissà da dove prenderanno spunto per i loro controller femminili…

 

INTERNET SMUOVE LE MASSE, INTERNET MIGLIORA IL MONDO

Quale evento può dar vita a questo tipo di affermazione? La nascita del popolo delle Sardine? Gente con la testa che non se la mangia neanche il gatto? Naaa

Luka Magnotta

Un’immagine sessualizzata di una donna gatto che cavalca una sardina, per mantenere il legame con ogni argomento fino a qui trattato. La vera forza di internet!

Hong Kong, le proteste, Blizzard e il boicottaggio portato avanti da alcuni utenti? Basterebbe veramente così poco per affermare la vera potenza di internet? O è solo un modo per dare un po’ di notorietà ad un “Red Shirt Guy” qualsiasi?

Forse la diffusione planetaria del fenomeno Greta piccola eroina mondiale?

Luka Magnotta

Neanche tutti i meme a loro dedicati possono essere considerati la rivoluzione dell’internet del 2019…

Niente di tutto questo. L’unico evento planetario che, nell’anno appena trascorso, ha saputo far capire al mondo quanto sia potente internet e quanto sia influente quella massa conosciuta come “laggente” è …. (rullo di tamburi) …

Storia lunga fatta breve: Nintendo spacca al cinema con un film sui Pokemon che c’è Ryan Reynolds che doppia Pikachu e sembra di vedere DeadPool peloso giallo e tutti impazziscono perché sì, evviva i Pokemon, evviva Reynolds e un po’ anche evviva la figa. Sega ci rimane un po’ di merda e allora corre ai ripari male facendo il film brutto di Sonic, assegnando il character design a quella cieca di Anna Frank e infatti viene così demmerda che l’internet esplode tanto che oggi ci ricordiamo la data di pubblicazione del primo trailer del film come “il nuovo undici settembre”! Qualcuno si rende conto che il Sonic inizialmente disegnato sembrava Macaulay Culkin sotto gli effetti della Metanfetamina, si rifà tutto. Ed eccoci qui, con un trailer che spacca i culi, un hype alle stelle e il caso più eclatante di “internet cambia il mondo” del 2019.

In più Shadman ha dedicato alla nuova versione di Sonic qualche disegno esplicito, quindi quale argomento migliore da inserire in questo “WTF 2019?”

 

TROLLING LEVEL OVER 9000!

In chiusura d’articolo volevo celebrare l’onorevole arte del cosplay (leggasi: volevo mostrarvi la meglio cosplayer zozzetta del 2019!), ma ho avuto un’illuminazione! Troppi eventi sono capitati nel corso del 2019 e qausi mi stavo per dimenticare “l’incredibile caso di Belle Delphine”!

Luka Magnotta

Dimenticatevi quella strappona della Ferragni e la sua acqua naturale al sapore di disagio, la streamer Belle Delphine è la vera esperta nella nobile pratica di fottere i fessi. A colpi di make up, capezzoli appena mostrati e selfie con la lingua di fuori, la ragazzina si è in pochissimo tempo creata uno stuolo di sostenitori che ha iniziato a seguire le sue live dove videogiocava immersa nella vasca da bagno. Un giorno un otaku più represso degli altri le deve aver chiesto di mettere in vendita l’acqua della vasca dove lei si lavava e BOOM! Profit!

Manco a dirlo, il “brodo di Delfino” venduto in micro vasetti da 30 dollari è andato sold out nel giro di pochissime ore, fomentando l’alone di trollaggio che circondava Belle dalle sue prime apparizioni al limite della decenza; prima di far soldi vendendo i suoi umori era infatti diventata famosa per alcuni video poco convenzionali, dove mangiava uova crude o seviziava polpi morti. Che poi, bella mia, qualcuno prima di te aveva omaggiato le uova crude con più classe e maestria…

Che sia la regina dei troll o un genio del marketing, una cosa è certa: Belle Delphine è la degna rappresentante dei nostri tempi. Nella speranza che possano rimanere relegati al 2019 e che la nuova decade ci possa riservare qualcosa di più illuminante.

 

 

 

 

 

 


CNN – Tha Supreme (Nerdcore Ita)

 

NERDCORE

Any form of music that is made by nerds, for nerds, or about nerdly things. Nerdcore can be made in any style of music, but most people identify it in either its pop-punk or hip-hop forms. Although many people think the term “nerdcore” was made up by MC Frontalot, it has in fact been in use by rock bands for many years prior to Frontalot’s use of the term.

Nerdcore should not be confused with bands that are simply stereotypically popular with nerds such as They Might Be Giants, DEVO, Ween, etc.

 

OVVERO

Musica generalmente fatta col culo, ma alle volte no. Quando no, ne escono piccoli capolavori nerd degni di nota e la rubrica CNN – Containerd Nerdcore NonPlusUltra è qui per suggerirveli. Che la base sia Pop, Funk, Punk, Rap, Rock, Techno sticazzi, l’importante è il soggetto.

 

Fra i tanti generi musicali esistenti quello che sicuramente più ha scosso l’opinione pubblica alla sua nascita è il Rap. Per estrazione sociale, denuncia, tematiche e metodologia. Pur avendo le basi per generare uno speciale di 100.000 caratteri sull’argomento, mi tocca sempre ricordarvi la natura di questo blog; quindi se volete scoprire le origini delle quattro colonne su cui poggia questa cultura e godervi un viaggio profondo nella DoppiaH fatevi un abbonamento Netflix e guardate uno degli innumerevoli speciali. Oppure scaricatevi “Straigh Outta Compton” e sparatevi un riassuntone sotto forma di film di tutto rispetto.

In culo ai critici da quattro soldi che nei salotti TV Italiani ancora presentano il Rap come un fenomeno da ragazzini il genere ha superato brillantemente i quarant’anni. Con un seguito sempre crescente di vecchi e nuovi adepti. In tutti questi anni non si è però adagiato su se stesso, anzi il Rap si è adattato ed evoluto come nessun altro filone musicale ha saputo fare. Si è trasformato. A volte in una direzione indecente che poco di buono ha saputo portare, come la Trap.

Sebbene l’hip hop affondi le sue radici nel cuore della cultura Americana, il “messaggio” che permetteva di veicolare ha raggiunto tutte le latitudini del globo. Ogni paese ha quindi un suo storico in merito a questa cultura e l’italia oggi è tranquillamente ai livelli americani e francesi, grazie ad una scena di tutto rispetto e un passato lungo e burrascoso. Anche qui non mi soffermerò nella ricostruzione, ma chiuderò l’intro per legarmi all’argomento dell’articolo. Per quanto frammentato e combattuto possa essere il panorama Rap Italiano c’è una garanzia: se rientri in uno dei capitoli dei “Machete MixTapes” sei uno che spacca. Il mentecatto che sta dietro allo pseudo “Tha Supreme” ci rientra, con mia grande sorpresa.

Tha Supreme – Gumball Freestyle

yeah gumball rido ahah perchè non lo so

gumball ho la testa che fuma mi sembra un giungla

gumball rido ahah perchè non lo so

gumball ho la testa che fuma mi sembra un giungla

yeah, hoffo hoffo hoffo hoffo hoffo hoffo ho fottuto tutti, non ci sto più al gioco

gumball insegna che le ex valgono solamente per gli homo

ehy, io con la mente ci litigo ma non come te che c’hai chiuso il rapporto ehy, c’hai chiuso il rapporto

kek mi fa schifo il cocco che figo che è il mondo (quando sono solo e non ci stai te intorno)

gumball rido ahah perchè non lo so

gumball ho la testa che fuma mi sembra un giungla

gumball rido ahah perchè non lo so

gumball

Chiara da subito, vista la qualità musicale e la profondità del testo, la domanda che si dovrebbe porre ogni fan di Tha Supreme:

Tha Supreme

Tha Supreme come FreskoBoy, insomma. Ma la rubrica CNN non è qui per giudicare, piuttosto per presentare brani musicali dal contenuto Nerd. Quindi rimane solo da capire quali elementi facciano da collante fra un cartone animato CHIARAMENTE per bambini e la nostra perversa cultura da sfigati.

TOP 5 perversioni ne “Il Fantastico Mondo di Gumball”!

Forte del fatto che i protagonisti sono un’accozzaglia di non-sense che spazia da oggetti viventi a qualsiasi-cosa-si-possa-antropomorfizzare, Il Fantastico Mondo di Gumball prende i dettami dell’animazione moderna, li frantuma e se li pippa. In un tripudio di insana creatività questo cartone animato abbatte ogni censura, proponendo visivamente qualsiasi argomento macabro o scabroso.

INFANTICIDIO

Tha Supreme

The Job – Episodio 8, Stagione 2

Ecco il perfetto esempio di quanto descritto; due pizze antropomorfe ricevono da Gumball e Darwin una consegna. Per la famiglia “Pepperoni” l’arrivo di un nuovo nato, con il pesce rosso e il gatto blu nei panni di improbabili cicogne. Per i protagonisti un semplice lavoretto senza conseguenze. Nemmeno se, per errore, il pargolo della famiglia Pepperoni finisce schiantato in una pozza di sangue. E calpestato a morte.

L’infanticidio rimane l’elemento più caratteristico dell’episodio ma gli autori non ci fanno mancare un po’ di sano stereotipo razziale. Infatti un nucleo familiare di pizze non può che avere la mamma dal nome “Siciliana” e il papà chiamato “Quattro”.

“Italiano pizza, spaghetti, mandolino, mamma, mamma lo sai chi c’è? È arrivato il Merendero!”

SESSO ORALE

The Storm – Episodio 27, Stagione 2

Durante gli anni scolastici si formano le migliori amicizie, quelle indelebili! In quegli anni avresti fatto di tutto per risollevare il morale ad un amico depresso. Senza remore! Anche chiuderti nel bagno dei maschi e… e… va beh, tirate voi le somme grazie al palloncino protagonista della vicenda e i giochi ti parole inglesi tra il verbo “gonfiare” e la pratica del blowjob.

OMOSESSUALITA, GORE e TRANSEX

Tha Supreme

The Lesson – Episodio 28, Stagione 2

La scena appena mostrata termina con l’affermazione di Gumball: “Did you see what that bear just did to that guy’s cherry?” Non a caso Rotten Cupcake era maschio in questo episodio e si presenterà come femmina in tutti i successivi. Ah, se non avete familiarità con il concetto di “bear” fra i ricchionelli, date un’occhiata qui.

FETICISMO PORNOGRAFICO

Tha Supreme

The Job – Episodio 20, Stagione 3

Qui entra in gioco apertamente la deviazione mentale degli adulti. Degli spicchi d’arancia separati a mano di per se non dovrebbero portare nessun pensiero perverso. Se uno dei protagonisti del cartone animato è però una banana, chiusa nel buio della sua camera di fronte al suo portatile a guardare il video di UN’ARANCIA NUDA APERTA IN DUE, le cose cambiano. Le espressioni di Banana Joe e Gumball, unitamente alla porta socchiusa con circospezione, fanno il resto.

Nuovamente il picco si raggiunge con la scena appena descritta, ma l’episodio trasuda profondità e citazioni nerd in ogni dove; la storia d’amore fra Gumball e Penny, spinta ad uscire dal suo guscio, nasce in questo episodio in un tripudio di citazioni palesi (La Principessa Mononoke e La città Incantata le più altisonanti) e altre meno evidenti, tipo Ghostbusters o Man in Black. Tutto materiale Geek, insomma…

DARK WEB

The Roots – Episodio 33, Stagione 4

Il terrore più grande di tutti, qui reso alla perfezione. Il pensiero va al resto della famiglia; se Darwin nascondeva nella cronologia semplicemente il desiderio di un acquario più grande, cosa nascondevano papà e bambini, da dover distruggere tutto? Ricerche tipo “Tha Supreme nudo” o “Tha Supreme best cantante ever”? Misteri del VuVuVu…

Sì, vabbeh Tha Supreme, ma roba spinta su Gumball?

Ed eccoci al fulcro del discorso! Seppure un approfondimento sulle perversioni presenti in un cartoon da bambini sia di per se già valido contenuto per Containerd, non mi sembra caso di farsi scappare l’occasione per mostrare bregna, tette e culi. Specie trattandosi di materiale furries, che non fa mai male. In mio aiuto torna nuovamente l’artista Manyakis , o Mike Inel nel suo pseudonimo più SoftCore, sotto il quale ha prodotto la versione anime di Gumball:

E Manyakis cos’ha fatto?

 

 

 

 

 


Nintendo si da all’Hentai?

 

Nintendo, in passato una delle case maggiormente restrittive a livello di contenuti, si butta sul porno? Al momento ancora no, ma nulla sembrerebbe impedire ai collaboratori esterni di farlo. Come tutti voi attenti lettori saprete, si è da poco concluso il settantanovesimo “Annual General Meeting of Shareholders”.

Cos’è l’annuale incontro generale degli azionisti, chiedete? Non ne so un beneamato cazzo, vi rispondo io. Tanto più che di cosplayer zozzette mezze nude non ce n’era neanche l’ombra. Ma ha partecipato Shuntaro Furukawa, attuale presidente Nintendo. Dal suo avvicendamento, più di un anno fa, Nintendo sembra diventata un’isola felice per gli otaku (nel senso più perverso del termine). Con questo in mente, le domande al presidente hanno toccato a più riprese l’argomento:

Q: About content regulation. On other platforms, there are cases of restrictions applied independently of CERO and other 3rd-party organizations. What does Nintendo do?

A: Nintendo, as do 3rd-parties and their software, applies for an objective rating from 3rd-party organizations prior to release. If platform-holding companies choose arbitrarily, the diversity and fairness in game software would be significantly inhibited. We provide parental controls that can be used to apply limits.

Domanda: Sony sta rompendo il cazzo a tutti gli sviluppatori che mostrano mezza zinna, nonostante esistano sistemi di classificazione dei videogiochi deputati a stabilire i limiti di età. Com’è che Nintendo improvvisamente è più liberale?

Risposta: Il mercato è sempre stato influenzato dalla domanda e dall’offerta. Gli utenti vogliono le sise e noi je damo ‘e sise! Così che si possa tornare ad essere i re dei meme con il famiderato “IT PRINTS MONEY!”

Traduzione by Containerd
Nintendo

Good Old Times

Il nostro Shuntarino sostiene, a rigor di logica, che esistendo sistemi di classificazione come PEGI, CERO o ESRB la libertà di creazione sta a programmatori e publisher. Censurando arbitrariamente dei contenuti si limiterebbe la creatività dell’industria, dice. Impossibile dargli torto, visto cosa questa industria creativa ha portato su Switch:

Nintendo Mary Skelter 2

Il 22 Agosto la nostra Switch godrà letteralmente dell’arrivo di questo capolavoro! Mary Skelter è un sexy RPG categorizzato sotto i dungeon-crawling, stracolmo di sangue, violenza e donnine discinte. Un gioco ideale per Nintendo Switch, insomma, come mostrato dal video di cui sopra. Trattasi di mini giochi in cui dobbiamo purificare le ragazzine, molto probabilmente tramite touch screen.

Nintendo Omega Labyrinth Life

Agosto mese caldissimo per Nintendo, grazie anche all’uscita di Omega Labyrint Life. Di questo videogioco vi ho già parlato qui, dove “Life” è l’ultima incarnazione della serie. Con Omega Labyrinth si è raggiunto l’apice dell’assurdità, grazie ad una scelta del publisher D3 di commercializzare due versioni distinte del gioco. Quella originale e completa è quella che renderà la vostra Switch un po’ più bagnata e appiccicosa, la controparte censuratissima (tanto da renderlo un altro gioco) la troverete su PS4…

Nintendo Peach Ball: Senran Kagura

Ormai vi ho parlato in tutti i modi di Senran Kagura, in questo breve viaggio nelle perversioni Nintendo era giusto citare il capitolo più assurdo della saga. A dimostrare che, quando ci si mette d’impegno, non c’è limite al degrado e alla depravazione, Peach Ball è un barlume di speranza in un’industria fin troppo trattenuta.

Questa appena mostrata è solo una ridottissima scelta di titoli presenti o in arrivo per Nintendo Switch che segnano un netto cambio di tendenza. In un periodo dove alcune compagnie censurano preventivamente per evitare gabole (avete detto Blizzard?) la grande N sembra l’unica ad avere ancora un minimo di lucidità creativa.

Le sise delle Monache – Tette, Suore e Videogiochi

Eh, niente… avendo citato poco fa le sise mi pareva giusto elargire un po’ di cultura. Perché se è vero che sisa identifica la tetta, Le Sise delle Monache sono anche un famoso dolce regionale Italiano.

Nintendo

Seeee, Seee… hai voglia a dire che celebrano i monti abruzzesi… qui pare di essere di fronte alle tre poppe di Atto di Forza!

Quindi…. sise, monache e videogiochi… chissà se anche a ‘sto giro Containerd ne ricava qualcosa di buono…

Suor Bayonetta, il cosplay di Daran-h

 

 

 

 

 


Sta furnenn’ u monn’… di hearthstone!

 
Sta furnenn’ u monn’ e nisciunu po’ fà nent’ dacce tu na mano Gesù Crì

Parraci d’a strat’ addu’ a vita nunn’è chesta ccà dacce n’atra luce Gesù Crì

Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì torna n’atra vota Gesù Crì

Dacc’ n’ato sole dint’o jorn’ ca sta ppè venì stappac’ o spummant’ Gesù Crì

salva sti criaturi a sti mamme stendime na mano Gesù Crì

Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì torna n’atra vota Gesù Crì

Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì torna n’atra vota Gesù Crì

Sta furnenn’ u monn’ e nisciunu ancora po’ capì dacce tu na voce Gesù Crì

Parraci d’a strat’ addu’ a vita nunn’è chesta ccà dacce n’atra luce Gesù Crì

Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì torna n’atra vota Gesù Crì

Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì, Gesù Crì dacce n’atra luce Gesù CrìNino D'Angelo - Gesù Crì

A cosa è dovuta tutta questa napoletanità? Perché celebrare oggi una delle cover italiane più brutte della storia (sempre sia lodato Orrore a 33 Giri)? La risposta e il suggerimento sull’argomento che andrò a trattare si trovano in un mio post Facebook pubblicato poco dopo il Blizzcon dell’anno scorso:

Hearthstone

Esatto, Hearthstone! Quindi, cosa accade a Containerd? Ho deciso di dar serietà al tutto? Di lanciarmi in recensioni di giochi importanti, magari scritte in Napoletano fluente?

Hearthstone

Col cazzo!!! Muahahahahaha

Per carità no! E per il napoletano e per la serietà. Containerd non avrebbe senso d’essere al di fuori della perversione che permea l’ambiente nerd, quindi non ci si discosta. Piuttosto mi soffermo, quando necessario, sull’eccessivo imbonimento del mercato e sulle paure ataviche dello sviluppare un videogioco VM.

Che c’entra Hearthstone mo con tutto questo?

Hearthstone – Saviors of Uldum

Come sempre, con la nuova espansione di gioco arriverà anche un aggiornamento dedicato. Oltre ai classici adeguamenti di vecchie carte, agli inevitabili accorgimenti su bug o disservizi vari, questa volta Blizzard interverrà anche sulla rappresentazione di alcune carte. Le immagini alle quali siamo abituati da sempre verranno riadeguate in una sorta di moto censorio, per ridurre sesso e violenza ai minimi termini. Vediamo dove verrà meno il sacrosanto diritto alla perversione:

La scelta di Blizzard, seppur limitata ad un numero minimo di immagini se paragonate alla totalità di carte, ha scatenato l’utenza. Sul blog ufficiale i commenti si sprecano. Gli estremisti anti censura già dichiarano l’abbandono del gioco. Intanto le ipotesi fatte per spiegare questa decisione censoria si sprecano. Che si tratti di una scelta per diminuire il rating e raggiungere più utenza? Per un gioco “complesso” già indicato per i 7+ anni,  mi sembra eccessivo. Nel senso che ti rivolgi già a tutta l’utenza alla quale puoi auspicare.

Forse una manovra per aprirsi al mercato cinese, più restrittivo e puritano su certe cose? Se così fosse, perché non adeguare solo la loro versione del gioco?

Da qualsiasi punto si voglia osservare la vicenda sembra difficile trarne qualcosa di positivo per il futuro dei videogiochi. Se è vero che si tratta di un minimo intervento grafico che non influisce in nessun modo sulle meccaniche di gioco è anche vero che si parla di elementi che lo caratterizzano da sempre e che non sono mai stati oggetto di discussione.

Hearthstone, in quanto spin-off di Warcraft, ne ripropone l’ambientazione, la geografia, i popoli e le creature. E WoW ha da sempre attinto a piene mani dalla mitologia norrena nel riproporre il suo universo giocabile (mitologia dalla quale provengono divinità quali Thor o Loki). Edulcorare una narrazione chiaramente orientata ad un pubblico adulto privandola di sesso, sangue e violenza frena l’evoluzione di un media che, oggi più che mai, necessita di conclamare la sua maturità con forza e fermezza.

Inoltre World of Warcraft ha ispirato l’artista Wu Chuang ( a.k.a. azazel1944) nella realizzazione di alcuni dei Rule 34 migliori mai dedicati alla serie, a dire che le basi per la sessualizzazione già c’erano!

WoW secondo Wu Chang

Se non dovesse bastare quanto visto fino a qui, ecco arrivare il Jolly! Una serie che vanta un cosplay di Disharmonica non può censurarsi!

Disharmonica (Helly von Valentine) – Monara (World of Warcraft)

 

 

 

 

 


Morte e rinascita del miglior Battle Royale

 

Epic Games merda perché coi soldi del suo Battle Royale Fortnite sta vendendo ai cinesi i nostri culi flaccidi! Esaurito l’argomento Epic Store, parliamo oggi di un nuovo Battle Royale. Gratuito, bellissimo, dedicato ai retrorompicoglioni!

Mario Royale

Lo YouTuber InfernoPlus è anche un discreto programmatore, purtroppo poco attento alle meccaniche contemporanee del mercato. Perché sì, hai realizzato qualcosa di Battle Royale, quindi seguendo la moda del momento. E anche sì, l’hai reso gratuito per tutti e giocabile via browser. L’hai pure programmato con occhio nostalgico. Ma non hai prestato attenzione alle nuove politiche Nintendo (quelle di cui vi ho già parlato in passato).

Quindi qualche giorno fa è comparsa improvvisamente un’opera gratuita, intelligente e celebrativa che univa le meccaniche e la grafica del platform 2D più amato di sempre alle basi pratiche del Battle Royale. Un running game dove 75 concorrenti si potevano sfidare in una corsa a la “il primo che arriva in fondo vince”. Il tutto attraverso 4 livelli presi di peso da Super Mario Bros. per NES. Una vita a testa e ne resterà soltanto uno!

Battle Royale

Anche il supporto ai controller ci aveva messo, caro ragazzo…

Ciò a cui non ha pensato l’incauto programmatore è che, da quando in Nintendo hanno sdoganato la figa, il sesso e la violenza, il loro team di censura lotta tutti i giorni per inventarsi un modo di arrivare a fine mese. Così si accanisce sui progetti fanmade (tipo Zelda Maker, sparito dai radar). Quindi, nonostante si trattasse di un ottimo progetto è partita immediatamente una rimostranza per infrazione del DMCA.

Quando Nintendo si accanisce sul singolo o su piccoli progetti fatti in casa ottiene generalmente il risultato di far cacare in mano i malcapitati, che subito si ritirano. InfernoPlus si è invece prestato al gioco, probabilmente avendo già messo in conto di ricevere rotture di coglioni. Il gioco si è quindi trasformato in DMCA Royale!

Battle Royale

Applicato il filtro anti DMCA, ecco il nuovo gioco totalmente originale e assolutamente non riconducibile a Super Mario. Una roba che non si vedeva dai tempi di Great Giana Sister per Commodore 64! Il tutto sempre gratuito sui vostri browser. Oppure no?

E dopo la morte e la rinascita… il declino del miglior Battle Royale!

Eh, niente… l’hanno abbattuto definitivamente.

Questo l’epilogo della storia. Utile a capire che con Nintendo non si scherza. Simpatica news da leggere sotto l’ombrellone, a ricordarci che tempi pazzi stiamo vivendo. Eppure qualcosa mi dice che il ragazzo non si fermerà qui, quindi tutta questa chiacchiera inutile diventa interessante per i potenziali strascichi futuri.

Se al giorno d’oggi vuoi celebrare Nintendo, ti rimane una sola cosa da fare; essere una gnocca come Hylia (SuicideGirl seconda solo a Riae) e tatuarti loghi e personaggi direttamente dove non batte il sole!

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LibidiNerd – Macrofilia

 

La iGen, o Generazione Z, non si è inventata un cazzo. La MIA generazione, quella sì! La Generazione X, quella del film di Kevin Smith. La generazione che ha dato il via a tutto quanto…

Macrofilia

THE MORE YOU KNOW
Che poi il titolo originale era Mallrats. Generazione X fu solo l’ennesimo scempio traduttivo italiano. In quel film Stan Lee interpretava se stesso, mentre in Capitan Marvel (ambientato nel medesimo periodo), il cameo ritraeva Stan mentre leggeva il copione del film. MINDFUCK!!!

 

Macrofilia

Questo sfogo molto personale serve solo per dire che sì vanno bene i meme . Sì va bene l’ilarità nonsense gratuita veicolata attraverso la rete tramite gli stessi. Ma è tutta roba che può avere piglio sulle menti più deboli e semplici. Noi avevamo LA PUBBILICITA’!

I meme di oggi sono i tormentoni pubblicitari della generazione X!

Cosa abbiamo imparato dai tormentoni pubblicitari degli anni ’80 e ’90? Abbiamo capito che l’apprendimento di una lingua straniera non è poi così complicato e che tutto il linguaggio umano è una derivazione dell’italiano. Quindi possiamo sfoggiare espressioni strutturate come “Two gust is megl che one” e rimorchiare facilmente fighe estere. Siamo diventati un po’ più arrivisti ed approfittatori, gestendo le amicizie per i nostri scopi personali. Senza nessun rispetto per la proprietà privata, fra l’altro. Perché che non ci fosse Gigi in casa a noi fregava cazzi, se c’era la Cremeria sfondavamo con il piede di porco la porta blindata, sterminavamo tutta la sua famiglia e poi festeggiavamo a cucchiaiate di gelato. Abbiamo imparato le basi della nutrizione e i concetti della forma fisica e grazie alla giapponese Kaori abbiamo iniziato a mangiare “PocoPoco“. Anche perché se di quel formaggio ne mangiavi TantoTanto finivi la tua vita sulla tazza, nel tentativo di contenere un prolasso rettale.

Il concetto che ad alcuni di noi è rimasto saldamente ancorato nei bassifondi dell’ippocampo è che le cose non devono per forza avere dimensioni ragguardevoli per impressionare, piuttosto devono essere cose dall’elevata qualità. Teorema impersonificato dal mitico imbianchino che, ingenuamente, pensava di ottenere risultati utilizzando un pennello grande, quando quello che gli serviva era solo un grande pennello.

Ecco, oggi è possibile affermare che tale pubblicità, alquanto fuorviante, abbia deviato sessualmente molti di noi.

Gigantismo, Macrosomia e Macrofilia – Quando una gnocca enorme è preferibile ad un’enorme gnocca

Macrofilia

Di Gwynevere vi ho già parlato, ricordate?

L’inimitabile rubrica LibidiNerd, come intuibile, tratterà oggi la passione per le enormità femminili. Non ad identificare donne prosperose o dalle forme più che generose, ma donne letteralmente enormi. Grandi come palazzi. Capaci di fare il culo a strisce a Godzilla in un tripudio celebrativo di macrofilia!

Macrofilia

O di essere Godzilla, perché no…

Karma Tatsurou – Oo Tsuma Italiano (Macrofilia a fumetti)

Non è facile identificare il momento storico in cui le fantasie sessuali rivolte a donne gigantesche abbiano iniziato ad occupare la mente dei nerdazzi pervertiti. E’ però possibile ipotizzare, per una volta, una natura non Sol-Levantina di questa devianza.In fondo La Statua della Libertà troneggia dal lontano 1886 e non è sicuramente made in Japan. Trascorsero molti anni prima che la tecnologia riuscisse a trasporre in concreta fantasia la passione per le gigantesse. La macrofilia risulta quindi essere una fantasia erotica nata con i B-Movie americani anni ’50.

Macrofilia

Alieni, donne enormi, tradimenti e morti violente. Chiaro come questa pellicola cult sia poi arrivata ad ispirare la nascita di Ginormica nel cartone per bambini “Mostri contro Alieni”. Vediamo di riassumere in due righe questo capolavoro:

Il film, che molti critici hanno giudicato ben piazzato nella ideale classifica delle cose peggiori mai fatte (i trucchi e i particolari di cartapesta della gigantessa ripresi in primo piano lasciano, veramente, a desiderare) è a suo modo un film-cult, se non altro perchè vede riunite e rivali la bruna Hayes e la bionda Vickers, affascinanti e popolari reginette dei b-movies anni ’50.Fantafilm

Poi, i mitici ’60! Le donne la danno più facile, grazie alla pillola anticoncezionale. Gli uomini iniziano a chiederla di meno, grazie alla nuova onda fumettistica che non poche distrazioni porterà ai giovani appassionati di supereroi.

Il gigantismo inchiostrato fu naturale evoluzione delle varie storie e dei vari universi, alcuni più inclini alla rappresentazione di fighe enormi rispetto ad altri.

Macrofilia

Quando hai personaggi che cambiano dimensioni a piacere è un attimo che la fantasia vola…

Sebbene, come dicevo, non sia semplice ipotizzare un periodo concreto della diffusione di questa LibidiNerd (in fondo DC Comics presentò Giganta nel ’44, ma solo anni dopo acquisì poteri macrosomici), è innegabile il fascino esercitato dalle femmine di ragguardevoli dimensioni. Come da prassi, quando tale depravazione approdò sulle frastagliate coste Giapponesi, l’innocente fantasia di relazionarsi con titanici esponenti del sesso opposto prese una connotazione più torbida. In fondo non è depravazione Giapponese se non ci metti dentro anche un po’ di cannibalismo e gore (tipo Cannibal Holocaust, a dire che anche gli Italiani non sono poi tutto ‘sto Carnevale di Rio…).

Karbo, l’artista che ha dato vita a Felarya

Macrofilia Videoludica

A gigantesse nei videogiochi invece come siamo messi? Se avete letto il mio speciale sui giochi Musou avrete notato il video della memorabile battaglia fra ragazze in bikini e una enorme antagonista di fine livello tutta ricoperta di schiuma. Sequenza di gioco mitica ripresa da Senran Kagura: Peach Beach Splash. Quindi anche videogiochi e macrofilia vanno a braccetto, a quanto pare.

Chichibinta Rika da Parodius Da!, Gokujō Parodius e Jikkyō Oshaberi Parodius

Metti un’estate del 1990. Tu hai 12 anni e stai passando un tristissimo pomeriggio estivo al lago. Poi l’epifania; mentre ciccioneggi verso il bar del lido, in cerca di conforto alimentare, la svolta. Di fronte a te la creatura più impressionante che madre natura abbia mai potuto concepire. Una giovane donna dai lunghissimi capelli Pel di Carota, arricciati dall’acqua. Il pallore classico delle Ginger e l’ammontare perfetto di lentiggini, tutte posizionate al posto giusto. A rendere incredibile un quadro già di per se perfetto, l’attività svolta dalla Dea dai capelli rossi. Rivolta a te di spalle, sfoggiando uno statuario accostamento di glutei che solo una pre-diciottenne di questo calibro può vantare, nasconde con la sua fisicità un cabinato da bar, al quale sta dedicando tutti i suoi sforzi. “Perfetto” pensi, “è fatta!”; è videogiocatrice come te, un chiaro legame indissolubile che vi porterà al matrimonio!

Inutile dire che, una volta avvicinato, lei ti dedicherà le stesse attenzioni che La Ragazzina Dai Capelli Rossi ha dedicato a Charlie Brown in cinquant’anni di strips. Non ti resta che rivolgere l’attenzione al gioco, che peraltro non hai mai visto in vita tua. Improvvisamente, una nuova folgorazione! La ragazza che ti ha appena creato un danno psicosessuale che porterai con te a vita sta giocando la cosa più incredibile ed assurda che ti sia mai capitato di vedere! Cosa c’entrano sparatutto, astronavi e gigantesche donne mezze nude?

Macrofilia

Parodius ha fatto grossi danni…

 

Questa la mia prima esperienza con Parodius. Inutile dire che, di lì a breve, feci mia una copia del gioco in formato SuperNES. Squagliata nel giro di un anno per le troppe ore di gioco. Col senno di poi si può dire che in Konami in molti dovevano essere affetti da macrofilia, vista l’abbondanza di titaniche bellezze.

Honey Miyako da Parodius Da!

Macrofilia

Se un videogame ti mette alla guida di pinguini o polipi volanti e ti scaglia in una guerra spaziale contro gatti pirata e panda col tutù, quando ti trovi a fronteggiare un’enorme bionda mezza nuda domande non te ne fai. Anzi ringrazi i programmatori per averti dato un momento di respiro dal nonsense dilagante.

Evidentemente l’idea di un “videogioco di sparare a donne nude sotto le coperte” piacque tanto in Konami che ripresero e approfondirono il concetto anche nei capitoli seguenti…

Kaori Merumeto da Sexy Parodius

Quando arrivi ad intitolare il tuo gioco “Sexy Parodius” stai già suggerendo dove andrai a parare. Inserire una gigantesca bregna nuda in grado di schiacciarti con il culo e decretare il tuo “game over” è la dimostrazione. Il tragitto per arrivare ad incontrare Kaori non era comunque semplice e nascondeva enormi insidie. Vediamole, insieme ad altri personaggi giganti comparsi nella serie.

Parodius-Yuko
Parodius-Tanuki
Parodius-Medusa
Parodius-Hikaru-Akane-03
Parodius-Hikaru-Akane-02
Parodius-Hikaru-Akane-01
Parodius-Eliza
The Great Fairy dalla serie Zelda
Macrofilia
L’enorme fata che da sempre assiste Link nelle sue avventure ha visto in “Breath of the Wild” la sua più estesa rappresentazione.

 

Oltre a soddisfare la macrofilia di molti videogiocatori, la sua ipotetica transgenia regala fantasie anche a tutti gli amanti delle donne col manico.

 

Nonostante la sua fisicità mascolina, rimane una chiara esponente del sesso femminile alla quale diversi artisti hanno dedicato le loro opere.

Cala Maria da Cuphead

Sessione di gioco di Cuphead dalla chiara ispirazione Parodiusana, la parte di sparatutto porta il giocatore al cospetto di una gigantessa degli oceani. Nel personaggio di Cala Maria sono racchiuse tantissime fantasia, dalla Pin-Up anni 50 ai tentacoli, dall’attrazione sessuale verso le sirene ad una più complessa devianza quale la Sindrome di Stoccolma. Sì perché il gioco è l’equivalente 2D Cartoon di Dark Soul e giocarci ti fa male, ti riduce una merda. Ma non riesci a farne  meno…

Macrofilia

Supersatanson è sempre una garanzia.

Giga Mearmid da Shantae: Half-Genie Hero

Eccoci di nuovo alle prese con un titolo 2D a scorrimento, genere rivalutato grazie alla deGenerazione di programmatori Indie che infestano l’attuale mercato. Anche SoftCo più importanti si imbarcano nella programmazione di giochi di genere, alle volte con ottimi risultati. Shantae è uno di questi, oltre a presentare un’altra gigante aberrazione della natura. La Giga Mearmid!

Macrofilia

 

Che sia quindi cinematografica, fumettistica, videoludica o di altre estrazioni, la macrofilia è una LibidiNerd ormai conclamata. E dire che, per molti di noi, è una perversione nata a Gardaland grazie al viaggio all’interno del corpo gigante di Eva…

Macrofilia

 

 

 

 

 


Haters gonna hate, ovvero i postumi delle conferenze E3 2019

 

Le conferenze E3 2019 hanno, come sempre, fornito materiale di discussione.  E dove c’è discussione, nel 2019 e soprattutto online, c’è odio. E l’odio, nel 2019 e soprattutto online, si veicola tramite i social. Per stabilire dunque cos’è il meglio ed il peggio uscito dalle conferenze E3 2019 qualche buontempone ha ben pensato di tradurre tutto in statistica. Basata sull’apprezzamento dimostrato dagli utenti YouTube verso i video ufficiali caricati, ecco a voi la classifica dei Videogiochi E3 2019 schiferiti dal pubblico!

IL GIOCO SCHIFERITO DALLA GENTE DOPO LE CONFERENZE E3 2019

Conferenze e3 2019

Con Endgame si è chiusa una decade in continua ascesa, per Marvel. Distratti come eravamo dalle emozioni cinematografiche non ci siamo mai veramente riproposti di pretendere ed ottenere la stessa qualità nei prodotti videoludici dedicati ai figli di Stan Lee. Almeno fino a quando Insominac non ha dimostrato al mondo che era possibile anche per un videogioco ricreare le stesse emozioni dei film, grazie al loro Spider-Man.

Conferenze E3 2019

“poi ti guardi in faccia e dici dov’è che vuoi che andiamo con ste’ facce io e te” cit. Max Pezzali

Benché Marvel’s Avengers prometta un single player solido, tanti contenuti aggiuntivi gratuiti e una fedeltà all’universo fumettistico. Benché Crystal Dynamics sia da sempre garanzia di qualità. Benché si tratti del classico TriplaA dal budget milionario… ‘ste facce di cazzo non si possono vedere! “Il mio falegname con trentamilalire li disegnava meglio”, in culo alle interconnessioni fra media differenti…

Chi invece dell’interconnessione fra universi paralleli di supereroi ne ha fatto un vanto, nel 2015, è la Aurum Light. Con il loro calendario “eroine bagnate fraciche” fecero scalpore. Quindi reputo ci siano le giuste condizioni per riproporvelo, fosse anche solo per farvi ripigliare un attimo dallo scempio di characters design di Marvel’s Avengers.

(ArumLight Studio) 2015 Splash Heroes calendar

Conferenze E3 2019

 

IL GIOCO PIU’ ODIATO DALLA GENTE DOPO LE CONFERENZE E3 2019

Conferenze E3 2019

Non fai in tempo a pubblicare un articolo celebrativo della serie Pokémon (più che altro festeggiando la perversione sempre più immediata della rete e dei sui Rule34) che subito ti tarpano le ali. Mi ero convinto che l’annuncio di nuovi videogiochi Pokémon per Switch fosse un evento, per l’ultimo Direct Nintendo. Credevo gli appassionati avessero trovato di che godere. Con le classifiche alla mano, direi che mi sbagliavo.

Conferenze E3 2019

Poi è sempre vero che gli Haters si possono anche attaccare al cazzo…

A parte il fatto che i Pokémon hanno rotto i coglioni, rimane la peculiarità di questa classifica. Spada e Scudo sono i titoli più odiati dell’E3 2019 perché non garantiranno la retrocompatibilità! Perché non ci sono tutti i mostriciattoli! Ve beh, poco male… fino a quando c’è Pikachu tutto fila dritto! Al giorno d’oggi c’è un solo modo giusto per interessarsi ai Pokémon…

[Danielle Beaulieu] Pokemon Gijinka Set

 

IL GIOCO PIU’ VISTO DALLA GENTE DOPO LE CONFERENZE E3 2019

Conferenze E3 2019

Dato che non stupisce minimamente. Con tutto il parlare che si è fatto di Keanu Reeves e del suo coinvolgimento nel gioco. Con tutti i meme generati a seguito. Con un gioco, Cyberpunk 2077, che ha veramente tutte le carte per diventare GOTY. Con queste premesse, era inevitabile diventasse il titolo più cliccato. Come era inevitabile che Keanu assurgesse a nuovo messia della rete.

Conferenze E3 2019

Delle nudità generate da Cyberpunk 2077 ve ne parlai già un anno fa. Di Octokuro pure e anche nello stesso articolo. La ragazzina rimane comunque una prolifica cosplayer con le tette di fuori, e qualcosa a tema ha deciso di regalarcelo anche in occasione delle conferenze E3 2019.

Octokuro Cyberpunk 20177 Ero Cosplay

 

 

 

 

 


Tira più un pelo di Pokémon…

 

Il sesso vende. Poco importa che si parli di Pokémon, di nuovi dispositivi tecnologici o di qualsiasi prodotto generico che può fregiarsi di una direzione artistica pubblicitaria orientata alla perversione.

Pokémon

Come fai a vendere caramelle ai bambini? Culo e tette!

La carta stampata, il VuVuVu, ogni supporto di visualizzazione a partire dalle VHS fino al Blu-Ray, i tablet e gli smartphones. Senza provare ad analizzare la situazione televisiva Italiana pre-Mediaset, poi sfociata in un ventennio politico quantomeno libertino. Ogni tassello del mosaico culturale che ci rappresenta quali esseri senzienti ha cambiato nel tempo la sua forma grazie al sesso, unico vero veicolo per la diffusione veloce e capillare di qualsiasi novità tecnologica.

Uno degli esempi più recenti di quanto appena espresso

Pur essendo sempre stato così, qualche grande compagnia dell’intrattenimento ha mantenuto una linea censoria netta in merito a violenza e sessualità, passando anche per estremismi e paradossi importanti. Ma è pur vero che, nel grande mercato globale, o ti evolvi come un Pokémon o muori. E così ha fatto recentemente Nintendo. Sempre impegnata nella censura, oggi si dedica più a quella di contenuti creativi non autorizzati (come l’amatoriale Zelda Maker), concedendo la grazia a fenomeni più pruriginosi, quali Bowsette.

Il sesso al tempo dei Pokémon

Oggi Nintendo punta anche al SoftCore per la diffusione della sua console di punta. Su Switch compaiono produzioni impensabili, mentre titoli nati con Playstation in mente vengono quotidianamente censurati da Sony ed esternano su Switch il loro massimo potenziale.

Pokémon

La faccia di Nintendo ogni volta che viene introdotto un nuovo personaggio e subito viene sessualizzato…

E’ ormai impossibile stabilire dove si fermi la volontà commerciale di Nintendo e dove inizi la perversione estrema dei suoi fan. Viene quasi da pensare che alcune delle loro scelte attuali siano espressamente mirate all’ambiente artistico underground, così abile a generare hype ed interesse pornificando qualsiasi cosa. Ed arriviamo all’E3 2019 e alla presentazione di Pokémon Spada e Scudo per Nintendo Switch:

Durante un Nintendo Direct di tutto rispetto, carico di giapponesità e annunci esaltanti, a tutti i fan dei Pokémon è stata lanciata un’esca succulenta, sotto forma di un nuovo gioco dal design interessante e dalle meccaniche coinvolgenti:

Con un trailer sfarzoso e un annuncio mirato sono stati introdotti nuovi personaggi. Difficile stabilire la casualità dietro alla sessualizzazione degli stessi, avvenuta nel giro di pochissime ore.

Sonia by SuperSatanSon

Nessa by SakimiChan

Sonia e Nessa by NeoArtCorE

Nessonia by SuperSatanSon

Dopo aver visto qualche fanart velocemente prodotta da fumettisti zozzetti già all’onore delle cronache di Containerd, godiamo di una selezione di qualità di altri disegno provenienti da artisti vari.